
Come sigarette
Che nuoce gravemente alla salute, la mia poi, non parliamone. Ti vivo così e tu neppure lo sai o forse lo sai, ma non te ne accorgi. Sei smog per il cuore e rilassi la mia anima come sigarette fumate in riva al mare.
E non mi basti, perché anche se graffi la mia gola voglio continuare ad aspirarti. Voglio che sia tu, tu sola a ferirmi, ad uccidermi. Perché tanto dovrò morire prima o poi, così m’han detto, anche se io non ci credo. Sarà per questo che scrivo, così che possa rimanere, anche se poi non rimane nulla, come sigarette che divengono cenere.
Allora spostami come fa il vento, spacca tutto, perché tanto non ci sento. Non sento null’altro che te. Sei come un tumore che non voglio guarire, sei la malattia che alla fine mi fa vivere, mi fa sorridere.
Un tiro profondo, che spezza il fiato. Una bruciatura sulla mano, le nostre che non sanno stare lontano. Te che sei una felpa bucata, la miglior distrazione.
Perché stavo ridendo ed ho cominciato a tossire, e mi fai ridere, come quando hai una fitta al costato e senti che stai per svenire.
I tuoi occhi sono il mio posto sicuro, dove la sera vado a fumare. Il punto più in alto della città, dove la Mole e il cielo s’arrivano a toccare. Nuoce, la tua assenza. L’odore di fumo, la tua presenza, sui miei vestiti, nei miei polmoni ormai sbiaditi.
E quanto siamo stati sbadati? A darci questo vizio, a prenderci senza poter più lasciare.
Sei tu, la sigaretta che il mio cuore fuma prima di dormire, il mio modo di staccare.
Allora, come sigarette, che dicono faccia male, tu che sei malattia e medicina del mio cuore.

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