A Torino, nel punto più alto della collina, c’è un parco, il Colle della Maddalena, che pochi conoscono e che cela un commovente segreto: l’albero degli animali, eletto dai bambini torinesi come tomba dei loro amici a quattro zampe. Un albero dove Birillo, Molli e tutti gli altri possono riposare in pace e ricevere le visite dei loro padroncini.
Il Colle della Maddalena
Innanzitutto, un po’ di storia. Il Colle della Maddalena, oltre ad essere un ottimo ritrovo per le coppiette, è noto per la meravigliosa vista del panorama cittadino che si può ammirare. Essendo situato a 715 metri sul livello del mare, infatti, rappresenta il punto più alto della collina torinese.
E non si tratta solo della tomba un po’ stephenkingiana degli animali, bensì di un vero memoriale a cielo aperto. Nel 1925, Vittorio Emanuele III decise di farne un monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale, di cui è possibile tuttora trovare le lapidi, alcune addirittura ornate di fiori.
Nel 1928, invece, il senatore Giovanni Agnelli fece costruire nella parte più alta il Faro della Vittoria, una maestosa Nike alata che regge una torcia.
Ai nostri tempi, poi, il Colle della Maddalena diventa importante per computer e cellulari, in quanto vi vengono installati una serie di ricevitori. Questo apporto moderno non rovina però l’insieme, dando al Colle un aspetto decisamente interessante quando lo si guarda da lontano, di notte.
L’albero degli animali
Ed eccoci qui a parlare della parte più malinconica di questo parco, forse.
Ci si imbatte nell’albero degli animali un po’ per caso, perché non è pubblicizzato in alcun modo. Si cammina tra le lapidi dei caduti nella Grande Guerra e, senza cercarlo, si trova un alberello piuttosto basso, ai cui rami i bambini hanno cominciato ad appendere biglietti con i nomi dei loro animali che ormai non ci sono più.
Alcuni sono a forma di osso, altri semplici foglietti di carta che ornano i rami un po’ malconci dell’alberello.
Chi ha iniziato questa tradizione? Chi la sta portando avanti?
Di certo, è praticamente impossibile non versare qualche lacrima quando ci s’imbatte in questo piccolo arbusto.