
L’ultima puntata di Caffè Sospeso si è conclusa domandandoci se fossero più il desiderio o la necessità a muoverci.
La domanda vera quindi è “Cosa ti spinge a fare qualcosa?”. Qual è la motivazione seria dietro alle nostre azioni?

La motivazione personale
Ci sono due immagini arrivate subito in mente nella scrittura di questa puntata. La prima è il mitico Corrado Guzzanti nel suo indimenticabile personaggio di Vulvia e gli spingitori di cavalieri – su Rieducational Channel. L’altro è la canzone Disney: “I sogni son desideri”.
Su questo vi facciamo spoiler: abbiamo optato per la seconda opzione. Chiedendo sulla chat di TheGiornale se qualcuno avesse realizzato un sogno dell’infanzia.
Si è proposta Anna, ci ha raccontato il suo sogno, che ha molto a che fare con il suo bellissimo articolo sull’utilità del dolore scritto su questo blog.
Per farlo ha parlato di aver voluto prendersi un rischio. Allo stesso modo anche in un’altra storia di Enzo, mio compagno di banco per i 5 anni di ragioneria, ci ha raccontato del suo sogno e di come ha fatto a realizzarlo.
Un sogno talmente convenzionale da essere il più anticonvenzionale di tutti.
Trovare l’ispirazione nelle storie degli altri
A volte riuscire a scrivere una puntata di un podcast non è facile, soprattutto un podcast come “Caffè Sospeso”, perché è un viaggio di cui non sappiamo la meta.
A volte pensiamo di sapere esattamente dove vorremo arrivare con la nostra puntata, invece le testimonianze che arrivano, il flusso della scrittura ci portano da un’altra parte, dandoci nuovi meravigliosi spunti.
E poi c’è la vita a decidere di farti capire di più, e forse non è un caso. Proprio mentre Enzo mi ha mandato il suo messaggio vocale, raccontandomi del suo sogno io ero seduto in sala per vedere “Pino”, il documentario di Francesco Lettieri su Pino Daniele.
Le storie di Anna, Enzo e Pino, così diverse, forse ai poli opposti, hanno trovato un minimo comun denominatore.
Tutto è sembrato chiaro. La domanda è un’altra a questo punto, ovviamente. Non ve la diciamo, altrimenti poi non andate ad ascoltare.
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