19 Aprile 2024
Viaggi

L’azienda vitivinicola di Ferruccio Deiana

Immaginate di essere in Sardegna durante la stagione invernale: la temperatura è mite, il sole accende i colori della natura, il cielo è terso. Se volete fare un’esperienza davvero speciale dovete visitare l’azienda vitivinicola di Ferruccio Deiana.

Ci sono stata nel mese di gennaio, il periodo della potatura: attività fondamentale per stabilire il carico di gemme annuale, che darà origine ai grappoli che necessita manualità e sapienza, affinché diventino verdi e rigogliose. Una meravigliosa tenuta immersa nella natura dove troverete: ospitalità, cortesia, gentilezza e vini eccellenti.

L’azienda vitivinicola di Ferruccio Deiana

L’azienda vitivinicola di Ferruccio Deiana si trova in località Su Leunaxi, nel Comune di Settimo San Pietro, in provincia di Cagliari. È qui, nel cuore del Parteolla e del Basso Campidano, che si trova il regno dell’unico produttore di girò di Cagliari, una varietà di uva a bacca nera dalla quale si ricava un vino dal colore rosso rubino delicato, piacevole, secco e dolce.

Ferruccio Deiana, settantasette anni, nel 1969 ha terminato gli studi di  viticoltura ed enologia nella Scuola Enologica di Conegliano Veneto. Nel 1990 insieme alla moglie Mariagrazia fonda l’azienda vitivinicola. Dal 2004 anche il figlio Dario entra a farne parte. I vini prodotti sono riconosciuti e premiati in ambito nazionale e internazionale. Qui, le attività che si svolgono si tramandano di padre in figlio. La sua passione si è trasformata nella missione di promuovere la bellezza del territorio della Sardegna.

Com’è nata l’azienda vitivinicola di Ferruccio Deiana?

«È nata grazie alla passione per la viticoltura che mi è stata trasmessa dai miei genitori. Imbarcavano il vino nelle navi alla volta della Francia prima ancora della Seconda Guerra Mondiale. Intorno agli anni Novanta mio padre apre il primo punto vendita a Settimo San Pietro. Nel 1994 sorge la prima parte dello stabilimento, che ha avuto diversi ampliamenti, uno dei quali ancora in corso terminerà ad aprile. L’ultimo, invece, verrà realizzato il prossimo anno per passare da un’estensione di 3000 a 5000 metri».

La famiglia Deiana

L’azienda vitivinicola Ferruccio Deiana ha cominciato a imbottigliare di recente?

« All’inizio vendevamo il vino sfuso e in cisterna ai clienti privati. Nel 2000 abbiamo cominciato il primo imbottigliamento con due società: quella agricola che produce le uve, le pigia e le lavora e, quella commerciale che imbottiglia e commercializza. Dal 2002 vengono imbottigliati: Arvali, Sileno, Karel, Pluminus, Ajana e Oirad, dopo pochi anni anche Bellarosa, Donnikalia, Sileno Riserva e Malvasia.

Oltre a produrre il vino ci occupiamo anche di ospitalità, eventi e matrimoni. L’azienda dispone di due sale accoglienti che si prestano per cene di gala e matrimoni, conferenze e meeting d’affari. Abbiamo ricevuto dal Comune di Settimo San Pietro l’abilitazione a celebrare i matrimoni civili, in riva allo stagno di Stani Saliu nel Comune di Serdiana.

i nostri vigneti si estendono per cinquantacinque ettari a Settimo San Pietro e per sessantacinque ettari a Serdiana. Inoltre, abbiamo anche uliveti e seminativo. Con l’avvento della guerra in Ucraina il grano scarseggia e Confagricoltura e Coldiretti ne stanno promuovendo la coltivazione.

La nostra biologa si occupa del laboratorio e dei concorsi ai quali partecipiamo sempre. Bisogna dire che quando si fanno le degustazioni chi assaggia dà un punteggio, ma il giudizio è soggettivo, come quando si deve decidere cosa mettere in bottiglia.

I bianchi e i rosati sono sempre d’annata. Per l’imbottigliamento si segue il seguente ordine: bianchi, rosati e rossi. La durata di un bianco dipende dalle sue caratteristiche. Se ha struttura e alcol dura di più, se invece è beverino va consumato entro l’anno. Poi se lo bevi oggi è fruttato, se lo bevi a settembre perde i profumi iniziali perché sta maturando. I bianchi a gennaio sono già pronti».

A lei piace il vino rosso o il vino bianco?

«In realtà io bevo poco vino e non mi piacciono i vini pesanti. Preferisco i bianchi ai rossi. Anche se dicono che gli uomini attempati devono bere il vino rosso. Quando avevo diciannove anni ho cominciato a bere il bianchetto a Conegliano Veneto, dove sono stato per quattro anni».

Quali vitigni coltivate?

«I vini che produciamo, bianchi, rosati, rossi, DOC e IGT sono il frutto della varietà di vitigni che coltiviamo: vermentino, monica, cannonau, carignano, bovale, barbera sarda, malvasia, nasco, moscato e girò».

In quali mercati siete presenti?

«I mercati dei vini che produciamo sono l’Europa, il Giappone e la Cina. Quello più importante è il mercato europe: Belgio, Svizzera e in modo particolare quello della Germania».


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Dove troviamo i vostri vini?

«In Sardegna abbiamo GDO, grande distribuzione organizzata, invece al di fuori dell’isola solo HORECA, hotellerie-restaurant-café. Il territorio nazionale, invece, è coperto per intero dal nostro distributore a Bologna».

Ci racconta cosa succede in vigna durante l’inverno?

«In inverno si fa la potatura, la stralciatura e la legatura. Si tagliano e si asportano i sarmenti. Dopo la potatura si fa la legatura dei vigneti, prima dell’inizio dei germogliamenti per non danneggiare le gemme. A fine marzo, agli inizi di aprile iniziano a comparire i primi germogli, che vengono trattati con anticrittogamici, dopodiché si procede con l’aratura del vigneto e successivamente alla legatura dei germogli e della parte fogliare. Nel periodo estivo si arriva all’invaiatura, il passaggio dallo stato erbaceo allo stato di maturazione. L’uva rossa da verde diventa rosata e rossa, quella bianco da verde a paglierina.

Verso i primi di agosto si hanno i primi grappoli maturi di uva da vinificare. Siamo prossimi alla raccolta: la varietà vermentino, a seconda dell’annata, a metà agosto è già pronta per essere raccolta. Segue quella del cannonau e del monica. Per finire con quella delle uve da dessert: malvasia, nasco, moscato e girò, di cui sono l’unico produttore a Cagliari. Queste devono essere stramature, la concentrazione elevata di zucchero conferisce un alto grado alcolico. La raccolta viete fatta a mano per i vini da dessert, in particolare per quelli importanti.

Il passaggio successivo è la vinificazione che si differenzia sia per i bianchi, sia per i rossi. La fermentazione viene fatta a freddo e la temperatura diversificata e controllata. Ci sono anche vini che vengono messi in barrique. Fatta la fermentazione viene separato il vino pulito dalla fondata, la feccia del vino, dopodiché i vini si selezionano per essere destinati all’imbottigliamento in base al tipo di prodotto. Abbiamo tre vermentini: prezzo basso, medio e alto. Anche con il monica e il cannonau variamo la qualità».

Antico torchio
Torchio in legno – foto © Carla Pisu

Come avviene il controllo e la selezione dei vini nell’azienda vitivinicola di Ferruccio Deiana?

«Oggi per esempio si controllano i rossi. A ogni bottiglia corrisponde un serbatoio. Dario, mio figlio anche lui enologo come me, insieme a Carlo Pisu, in questo momento stanno assaggiando il vino di varie bottiglie, fanno una selezione per grado alcolico e colore. Si assaggia il vino: di dieci bottiglie a 13° si possono fare sette bottiglie di alta ristorazione e tre per la GDO. Il cannonau riserva, per legge, deve stare nella botte di legno otto mesi e imbottigliato dopo due anni dalla vinificazione. Tutti i passaggi sono riportati nei registri. Si analizza il PH la struttura e sulla base dei valori si fa la selezione. Il palato e i valori delle analisi sono fondamentali. Già dalla vendemmia si è in grado di fare una valutazione sulla resa dell’uva».

Quale ruolo gioca la natura nella realizzazione di un buon vino?

«La natura è determinante per uomini e piante. Nel caso di vendemmia piovosa il vino ne risente e perde qualità, se invece la pioggia si manifesta prima il prodotto ne trae beneficio. Altro apporto notevole è quello della tecnica e della tecnologia. Nel caso in cui le temperature siano alte dai la temperatura di 13° anziché di 15° in fase di fermentazione. Ogni anno ci si regola a seconda dei cambiamenti climatici. La cantina, che ha un’estensione di mille metri, si trova nella parte sottostante dove la temperatura costante è di 15°».

Come si conciliano le attività dell’azienda vitivinicola di Ferruccio Deiana con l’accoglienza?

«L’accoglienza è fondamentale e per questo motivo ci occupiamo anche di ospitalità, eventi e matrimoni. Il prossimo anno apriremo le visite anche agli ospiti delle navi da crociera. In pratica la nostra azienda è anche un luogo dove incontrarsi, degustare vino e prodotti locali. Nella nostra tenuta c’è anche la cucina interna per la preparazione di antipasti, mentre per i pasti caldi ci avvaliamo di servizi esterni. A circa un chilometro c’è l’agriturismo su Leunaxiu, che ci porta le pietanze ancora calde».

Un tempo, la cantina era anche un luogo di aggregazione, un’occasione di svago e di socialità. Questo spirito antico è stato riscoperto appieno da questa azienda.


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Il tempo scorre in modo piacevole e purtroppo la nostra chiacchierata volge al termine. Si è fatta l’ora di pranzo, prima di congedarci suggelliamo il nostro incontro con la degustazione di Donnikalia vermentino di Sardegna della vendemmia 2022. Un vino delicato ed elegante che profuma di mandorli in fiore, di primavera.

Che vita è mai se uno manca di vino? (Sir 31,27). Piantare la vite nella Bibbia rappresenta una nuova alleanza tra Dio e l’uomo: un legame divino, dove non può mancare il vino.

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Carla Pisu

BIO Sono nata a Cagliari il 3 settembre del 1972. Vivo a Grosseto dal 2003, ma le mie radici sarde sono ancora robuste e attendono di essere ricollocate nel loro habitat naturale. Cucino, impasto, mangio, osservo, fotografo, leggo, scrivo, ballo. Il mio pregiudizio: quello verso il pregiudizio. Mi piace immaginare la diversità come una gabbia in cui rinchiudere chi non ha rispetto dei diritti altrui.

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