Ecco a voi, i protagonisti più indiscussi di questo periodo in materia scientifica, e non solo: i vaccini!
1. Il significato del termine vaccino.
Il termine vaccino deriva dall’ aggettivo vaccino appunto, cioè di mucca. Il primo vaccino sviluppato è stato quello per il vaiolo. Un medico inglese scopri che il virus del vaiolo che colpiva gli animali, principalmente le mucche, scatenava negli animali una malattia in una forma più leggera rispetto al virus umano. Infatti il virus del vaiolo animale se trasmesso da mucca a uomo, non causava danni gravi come quelli che causava il virus umano, ma lasciava soltanto piccole cicatrici nel sito di contatto. Per preparare il vaccino si utilizzo quindi il virus delle mucche, e da qui il nome “vaccino”
2. Cosa sono i vaccini.
I vaccini sono preparazioni contenti parti differenti (membrane, proteine) di vari microrganismi o interi agenti ( batteri, virus ecc) , che vengono resi innocui attraverso diversi meccanismi di inattivazione. Questi riescono a provocare una risposta immunitaria e a scatenare quindi la produzione di anticorpi. La reazione immunitaria scatenata, rimane nella “memoria” del nostro sistema immunitario, in modo tale che a seguito del successivo contatto con il medesimo agente, esso riesca a ricordare la strategia per la difesa.
3. Immunità passiva naturale.
Esiste un tipo di immunità particolare, un legame speciale, tra madre e figlio. L’immunita passiva naturale infatti è identificata in quell’immunità che passa la barriera placentare per arrivare al feto. Dal momento della nascita in poi, però non vengono più trasferiti anticorpi ( se non quelli di tipo IgA importanti solo per alcune infezioni). É importante ricordare che la madre può donare al feto soltanto gli anticorpi che possiede: una madre non vaccinata contro la varicella, né immunizzata per via naturale, non avrà anticorpi per questo tipo di virus, quindi il bambino fin dal primo giorno di vita potrà venire a contatto con il virus e sviluppare la malattia.
4. Il vaiolo al tempo degli egizi.
Le prime testimonianze sul virus del vaiolo risalgono intorno al 10.000 a.C. nell’ Africa settentrionale, precisamente in Egitto. Infatti il virus pare abbia colpito il popolo egizio dell’epoca di Ramses V. Anche lo stesso faraone sarebbe stato infettato dal virus del vaiolo, come testimoniano i segni lasciati dal virus sul volto della mummia.
5. Quanti e quali.
Esistono 5 tipologie di vaccini:
1. vaccini vivi attenuati (come per morbillo, rosolia, parotite, varicella, febbre gialla e tubercolosi): prodotti a partire da agenti infettivi resi innocui.
2. vaccini inattivati (come per l’epatite A, la poliomielite e l’antinfluenzale split): prodotti utilizzando virus o batteri uccisi tramite esposizione al calore oppure con sostanze chimiche.
3. vaccini ad antigeni purificati (come per la pertosse acellulare, l’antimeningococco e l’antinfluenzale a sub-unità): prodotti dalla purificazione di componenti batteriche o virali.
4. vaccini ad anatossine (come per tetano e difterite): prodotti utilizzando molecole provenienti dall’agente infettivo.
5. vaccini a Dna ricombinante (come per epatite B e meningococco B): prodotti clonando e producendo una grande quantità di un determinato antigene.