
Cosa succederebbe se Tiktok e Wikipedia si unissero in un’unica app? La risposta è WikiTok, l’app che permette di leggere i contenuti di Wikipedia con uno scorrimento verticale, come se fossimo su TikTok.
L’idea nasce poco più di un mese fa (febbraio 2025), quando lo sviluppatore Tyler Angert lancia una proposta: “Idea di progetto folle: tutta Wikipedia in un’unica pagina scorrevole”. La sfida viene accolta da un altro sviluppatore, Isaac Gemal, che in poche ore, grazie anche all’aiuto dell’intelligenza artificiale, riesce a creare la prima versione di WikiTok, che oggi conta oltre 10.000 download.
(funfact: su Wikipedia attualmente non esiste una pagina dedicata a WikiTok)

Come funziona WikiTok?
Dimenticatevi di foto super editate e video di gattini, su WikiTok i contenuti sono solo testuali.
Esattamente come tutte le voci che possiamo trovare su Wikipedia, anche su WikiTok le voci sono accompagnate da un’immagine rappresentativa, ma niente a che vedere di così estetico di come siamo abituati a vedere negli altri social.
Di fatto WikiTok non è neanche un social, perché non mette in connessione le persone, non permette di caricare contenuti personali o di lasciare like: da TikTok (ma come da Instagram) prende solo il formato e la modalità di scorrimento, quella verticale. Inoltre, a differenza di Wikipedia, l’utente non può cercare liberamente un’informazione con parole chiave, ma semplicemente accettare quello che WikiTok gli propone e decidere se approfondire o scorrere oltre. Il suo uso è quindi molto intuitivo: non c’è bisogno di creare un account, appena si entra l’utente si trova davanti ad un contenuto riassunto in massimo cinque/sei righe e può decidere se andare oltre o meno.
Le funzionalità tra app e sito web sono diverse: aprendo l’app si leggono le consuete cinque righe di anteprima e con il tasto “leggi di più” l’utente viene portato ad una pagina con più informazioni ma sempre all’interno dell’app e, solo dopo questo passaggio intermedio, cliccando su “leggi nel browser“, l’utente viene direttamente portato alla pagina di Wikipedia e quindi fuori dall’app. Nella versione desktop il percorso è ridotto: appaiono le solite le 5/6 righe di riassunto ma l’unico modo che l’utente ha per approfondire è cliccare direttamente su “Leggi di più su Wikipedia“, senza passaggio intermedio.
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Anti – algoritmo, sarà davvero così?
I progettisti hanno definito WikiTok un progetto “anti – algoritmo, nato per educare, senza progetti di calcoli e monetizzazione” e al momento il suo codice è disponibile gratuitamente in modo che chiunque possa contribuire al progetto.
Su questa affermazione mi sento di esprimere alcuni dubbi. Il primo fra tutti è che con l’app ci vogliono ben tre passaggi affinché l’utente possa uscire e raggiungere il sito di Wikipedia. Quindi se l’obiettivo è quello di stimolare l’approfondimento, perché non togliere quel passaggio intermedio che ostacola l’uscita dall’app (come avviene più velocemente nella versione desktop)? Forse c’è la volontà di far rimanere l’utente all’interno della piattaforma il più possibile? (Vi ricorda qualcosa?). Inoltre nelle impostazioni è possibile scegliere l’ambito di interesse (come musica, scienza, arte, moda e molti altri), in modo che la piattaforma proponga all’utente solo contenuti di suo interesse. Ed eccoci di nuovo qui, un’altra app che ci chiude nelle nostre bolle. (Vi ricorda qualcosa?)

Contenuti educativi ad alto tasso di scorrimento
L’educazione è un concetto che appare diverse volte e sicuramente è uno dei valori alla base di quest’app. Infatti nella descrizione leggiamo “combina il formato coinvolgente dei video brevi con il contenuto educativo di Wikipedia” e ancora “contenuto educativo infinito“.
Sicuramente i contenuti sono più educativi e utili di tanti altri che si trovano in giro. Abbiamo feed pieni di gatti che cadono o reel con Espresso macchiato por favore. Sempre più raramente ci capitano contenuti che possano arricchire le nostre conoscenze e cultura. Però WikiTok sceglie forse una strada troppo semplice per il suo obiettivo: come possono essere davvero fonte di approfondimento cinque/sei righe? E se l’obiettivo è approfondire su Wikipedia, perché non facilitare il passaggio? Ma soprattutto, perché sfruttare la modalità di scrolling che ormai è per eccellenza la modalità che più ci ha portato al declino dell’attenzione?
Qualcuno si ricorda dell’attenzione?
Negli ultimi anni si è registrato un vero e proprio declino dell’attenzione e concentrazione, soprattutto tra i più giovani e soprattutto a causa dell’utilizzo eccessivo di dispositivi digitali. Vogliamo contenuti sono sempre più veloci (reel, tiktok), ascoltiamo gli audio di WhatsApp, podcast o audio libri in x2. La maggior parte delle persone è schiava dello scrolling infinito, solo pochi contenuti riescono ormai a catturare la nostra attenzione (e comunque sempre per poco tempo).
Sicuramente sarebbe interessante analizzare i dati di WikiTok per capire la % di utenti che effettivamente lascia la piattaforma per andare ad approfondire il contenuto in modo concreto su Wikipedia (e ancora meglio, analizzarne anche il tempo medio di permanenza) e quanti altri invece si fermano, come spesso accade, alla superficie e quindi a quelle cinque righe riassuntive.
Se il successo di WikiTok dipendesse dalle fuori uscite dall’app non penso andrà lontano, se invece punta solo a ottenere attenzione su quelle poche righe, potrebbe funzionare. Ma è davvero questo il concetto di educazione a cui aspira l’app?

Mi trovo molto d’accordo con questa frase che ho trovato sul web tempo fa ma non riesco a risalire alla fonte (se ci sei palesati!): Qualcuno si ricorda dall’attenzione? Quella cosa che mi consentì di stare otto ore al giorno su un libro, imparare milleducento pagine ogni tre mesi moltiplicato per cinque anni e prendere una laurea. Oggi è un continuo dentro e fuori dai social. Leggi, apri il link, la foto, il like, e poi torni alla scrivania, riprendi le tue carte, riavvii il lavoro interrotto. Sono come infiniti traslochi dei neuroni, una successione di microvertigini.
Scrolling o non scrolling, questo è il dilemma
La cosa che mi ha colpito di più di WikiTok è la caratteristica così citata: “scorrimento automatico per un apprendimento senza mani“. Effettivamente entrando nell’app si può notare come il feed scrolli da solo, e infatti inizialmente pensavo fosse un bug dell’app. Ma leggendo le sue caratteristiche invece ho capito che era tutto normale!
Qui siamo proprio oltre la logica dello scrolling, perché di fatto non c’è bisogno neanche di farlo il gesto. Mi chiedo questa funzione quale bisogno va a colmare? Forse non dover più scegliere se tenere in mano la tazza di latte o i biscotti? Ma poter tenere entrambi, fissando il telefono sul tavolo che scrolla da solo. Forse sì. Inoltre si può scegliere anche l’intervallo di scorrimento automatico che può variare da 1 secondo a più minuti. Ma non temete, per noi scrollatori seriali c’è anche la possibilità di disattivare questa funzione.
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WikiTok: tante domande, ma le risposte non sono su Wikipedia
Come avete visto sono tante le domande emerse in questo articolo e tante me ne verranno in mente. L’app è così nuova che sicuramente i risvolti interessanti devono ancora arrivare.
Una cosa è certa: lo scrolling compulsivo andrà solo a rafforzare la disattenzione che già dilaga. Penso a me, classe 1996, che negli ultimi anni faccio veramente fatica a finire un libro o guardare un film senza prendere il telefono durante la pubblicità. Ormai siamo abituati a riempire ogni attimo di pausa con tanti contenuti da scrollare senza veramente mai fissare l’attenzione su uno. Eppure nasco nella generazione che comunque è stata abituata a leggere 7 libri nelle vacanze estive, a scrivere temi di nostro pugno (altro che ChatGPT) e fare le nostre tesine (sicuramente agevolati da Internet e Wikipedia, ma pur sempre dovevamo leggere per fare le nostre ricerche !).
Eravamo già molto lontani dalla generazione precedente che andava in biblioteca e comprava le enciclopedie ma lo siamo ancora di più da chi oggi si affida a questa velocità. Come si evolverà la situazione? In questo caso, le risposte non le troveremo su Wikipedia.