Troppo vicina alla metropoli Milano per essere veramente presa in considerazione dai turisti, un po’ troppo piccola per essere considerata una città visitabile, Bergamo offre, in realtà, diverse attrazioni per tutti i gusti. Arte, musica ed enogastronomia sono solo alcuni dei motivi per cui dovresti visitare Bergamo. Ma ce n’è uno, in particolare, per cui dovresti assolutamente vedere Bergamo nel 2023.
1. Antica e moderna: la duplice anima di Bergamo
Bergamo è contraddizione e coerenza allo stesso tempo.
Contraddizione perché ha una duplice anima, come duplice è il suo cuore cittadino – le famose Bergamo Alta e Bergamo Bassa.
Ma questo dualismo diventa coerente se si guarda alla fase evolutiva della città. Il nucleo originario della città, la sua anima antica, corrisponde alla città alta, nata come accampamento celtico, con i romani divenne Municipio e nei secoli vi si susseguirono vari domini, fino all’avvento della Serenissima.
Invece, la sua anima più moderna, la città bassa, ha visto la vera luce solo nel Novecento, quando Marcello Piacentini ha creato quello che oggi è considerato il centro e che ha permesso di unire i vari borghi originari.
Insomma, visitare Bergamo accontenta sia gli amanti della storia che chi apprezza di più le città moderne (non aspettatevi grattacieli o palazzi altissimi, stiamo pur sempre parlando di una città che si è ampliata nel Novecento a partire da borghi più antichi).
2. Bergamo è arte a tutto tondo
Architettura, scultura e pittura sono presenti in ogni città italiana, già a cielo aperto. Ma a Bergamo hanno lasciato la firma i più importanti artisti italiani, come il Lotto, di cui si possono ammirare le tarsie nella Basilica di S. Maria Maggiore, in Piazza Vecchia, oltre a vari dipinti dai colori vividi nelle chiese della città. Alcune sue opere sono anche conservate all’interno dell’Accademia Carrara, insieme a quelle di altri importanti pittori quali Bellini, Botticelli, Mantegna, Tiziano.
Per non parlare di artisti più recenti, come Balla, Boccioni, e tanti altri, di cui si possono vedere i capolavori presso la GAMeC.
Ma visitare Bergamo non significa solamente andare a caccia di arte in senso stretto. La città suona anche bene. In che senso? Nel senso che è una tappa imprescindibile per gli amanti della musica.
Bergamasco di nascita e famoso in tutto il mondo quale protagonista del melodramma italiano, Gaetano Donizetti continua ad attrarre ogni anno milioni di turisti, con la sua casa-museo e, soprattutto, il teatro a lui intitolato, che ospita diversi spettacoli – opera lirica, operetta, prosa e poesia, tra gli altri.
E, per gli amanti del jazz, in primavera, numerosi concerti e artisti internazionali intrattengono il pubblico del Bergamo Jazz Festival.
3. Visitare Bergamo per scoprire la piazza più bella d’Europa
No, non lo dico io, che sono di parte, ma Le Corbusier. Affacciandosi per la prima volta su Piazza Vecchia, affermò che spostarne anche solo una pietra sarebbe un delitto, definendola la piazza perfetta.
La piazza è il cuore dell’anima antica della città ed è un museo a cielo aperto. Al centro di Piazza Vecchia campeggia la fontana Contarini, donata alla città dall’omonimo podestà, mentre tutt’attorno si possono ammirare il Palazzo della Ragione – l’antico municipio, nonché la più antica sede comunale lombarda – e la Torre Civica, il celeberrimo “Campanone” (ne conoscete la peculiarità?). Infine, sul lato opposto, si fa spazio la Biblioteca Angelo Maj, una delle più importanti d’Italia.
4. L’enogastronomia, volto autentico di Bergamo
In Italia abbiamo una fortuna incommensurabile: ogni città ha i propri piatti tipici, che sono strettamente legati al territorio e ne mostrano un volto autentico, legato alle tradizioni e ai modi di vivere del passato. A Bergamo, il legame tra gastronomia e tradizione è estremamente forte. Salumi e formaggi, sopra a tutti, erano ciò che il lavoro prevalente – l’allevamento – offriva. L’agricoltura, invece, era ricca di mais e grano, ma anche di vigneti, in certe zone.
Ma, allora, cosa mangiare a Bergamo? Immancabile il tagliere tipico con salame (quello buono, bergamasco), pancetta e lardo (date retta a me: la morte sua è su una fetta di polenta fumante o, ancor meglio, su una fetta di polenta avanzata e fatta abbrustolire. Vi si scioglierà in bocca). E, tra i formaggi, non possono mancare il branzi, lo strachitunt, il formai de mut, il taleggio e il gorgonzola.
E la regina delle tavole bergamasche: la polenta che, nella sua versione più goduriosa, diventa taragna. Piccola nota in merito: per un bergamasco, la polenta taragna è solo ed esclusivamente la “polenta concia“, ovvero la polenta a cui vengono aggiunti formaggio e pure burro, a volte. Un tripudio di sapori e cremosità (probabilmente il colesterolo non ringrazia, ma dovete provarla almeno una volta nella vita).
Questa lista non esaustiva dovrebbe comprendere anche i casoncelli, il primo piatto tipico per eccellenza, qui da noi, oltre alla polenta e osei (è un dolce, non spaventatevi) e alla torta Donizetti, ma non voglio dilungarmi troppo.
Quasi dimenticavo: un pasto non è mai completo se manca del buon vino. Ecco, il vino a Bergamo è prevalentemente rosso (vi sfido ad accompagnare queste pietanze con del bianco!), anche nel caso del dolce. Sì, perché il paese di Scanzorosciate vanta una specialità tutta locale: il Moscato di Scanzo.
5. Non solo visitare Bergamo: la provincia offre diverse opportunità
Non solo la città: anche i dintorni di Bergamo offrono molte opportunità. Dal turismo sportivo alla scoperta di siti storici, passando per l’enogastronomia: la bergamasca sa soddisfare tutti i gusti.
Le Prealpi Orobie: trekking e sci
La Città dei Mille ha un vantaggio non indifferente: è situata ai piedi delle Prealpi Orobie. Questa posizione strategica favorisce gli amanti dello sci, del trekking e delle camminate in montagna in generale, perché è possibile raggiungere i monti in un’oretta o poco più.
Via libera, allora, all’escursionismo d’estate, alla scoperta dei rifugi della bergamasca, dislocati tra la Val Brembana e la Val Seriana.
In inverno, invece, a farla da padrone sono le piste da sci. Foppolo, Monte Pora, Lizzola, Spiazzi di Gromo, Selvino: queste sono solo alcune delle varie possibilità offerte da Bergamo e dintorni.
Cornello dei Tasso: tra letteratura e storia
Uno dei motivi per cui visitare Bergamo e provincia è sicuramente questo piccolo borgo del Val Brembana. Tra le sue stradine ancora a ciottolati e le case di pietra, sembra che il tempo si sia fermato a molti decenni fa.
Ma questo non è l’unica ragione valida per visitare uno dei borghi più belli d’Italia. Infatti, qui è conservato il primo francobollo emesso al mondo, la cui storia si lega indissolubilmente a quella del casato dei Tasso, da cui il paese prende il nome e da cui discese Torquato Tasso (sì, proprio l’autore della Gerusalemme Liberata). I suoi avi svolsero un ruolo fondamentale nella fondazione e gestione della Compagnia dei Corrieri della Serenissima e, in seguito, nell’organizzazione delle Poste pontificie.
Crespi D’Adda: la stretta connessione tra quotidianità e lavoro
Il Villaggio Operaio di Crespi D’Adda, Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1995, è un viaggio indietro nel tempo, nella mentalità, illuminata, di due industriali di fine Ottocento – i Crespi, convinti che il benessere lavorativo dei propri dipendenti passasse anche per il loro benessere all’esterno dell’azienda.
È così che, nel 1886, Cristoforo Crespi dà il via alla costruzione del villaggio per i propri operai e le loro famiglie, successivamente aiutato dal figlio, Silvio, di rientro dalla Gran Bretagna, la cui architettura gli è stata di ispirazione proprio per le case del villaggio di Crespi.
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+1. Bergamo – Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023
Visitare Bergamo nel 2023 ha ancora più valore e offre molte più opportunità ed eventi, perché la citta, insieme alla vicina Brescia, è Capitale Italiana delle Cultura.
Il progetto è nato come segno di rinascita, dopo gli anni complicati della pandemia. “Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 è la testimonianza di una possibile rinascita attraverso la scelta consapevole della cultura, come elemento centrale per la formazione civile, la creazione delle competenze, il lavoro e la tenuta sociale ed economica”.
E, per la prima volta da quando esiste la Capitale Italiana della Cultura, quest’anno il titolo va a due città, amiche-nemiche, unite dalla comune volontà di crescere insieme, che danno vita a una sola capitale.
Ecco, allora, che gli eventi, al via il 20 gennaio con l’inaugurazione, si moltiplicano e si snodano non solo nei due capoluoghi, ma in molti paesi di entrambe le provincie. Lo scopo sempre quello: celebrare la cultura e mostrarne il valore, quale linfa vitale del nostro paese. Ma anche dare luce a due città che, per la vicinanza con realtà più grandi, sono probabilmente troppo sottovalutate rispetto al patrimonio che hanno da offrire.