Così tossico
Così tossico ci conosco solo l’amore.
Ci pensavo perché ormai è diventato quasi scontato, una prassi definire tutto come nocivo.
Fosse semplice respirare aria pulita, ti darei anche ragione.
Ma io di così tossico ci conosco solo un cuore che non sa più fare l’amore.
Tossico, il tuo nome senza il mio.
Il cielo rosso che diventa blu, poi di colpo la notte.
Senza le tue costole che con le mie, ci fanno a botte.
Tossico così, che non riesci a capire se è il momento di smettere di piangere e ricominciare a respirare.
Un foglio bianco che fa fatica, non si vuole riempiere.
Questo è deleterio, massacrante.
Quel vuoto che sbatte contro i miei occhi e fa un rumore devastante.
Pieno di parole che non posso dire.
Colmo di spigoli da baciare.
Errori da rifare.
Perché ci lamentiamo di tutto, ormai funziona così.
Sembra che non vada bene nulla, più.
Quindi diventa meno.
Meno me, senza di noi.
Arriva a mancare.
Fuoco che smette di bruciare.
Resta fumo, tossico per le nostre vene.
Rimangono piatti vuoti, frutta di stagione questo malumore.
Mi voglio tossico, dipendente nel senso semantico della parola.
Di quando facciamo l’amore e mi sussurri ancora.
Cercando le mani sulla gola.
Tossire fuori i sogni che non si possono urlare.
Gridarli nel cuscino.
Così tossico ci conosco solo l’amore.
Perché alla fine fa sempre male ma noi altri ci ostiniamo a sognare.
Credere che siamo nati per poterlo praticare e starci solo bene.
Sotto un cielo di stelle, le vediamo cadere e siamo così stolti da desiderare.
Invece stiamo lì ad assistere qualcosa che sta per franare nel vuoto cosmico.
Nel nulla più totale.
Qualcosa che è destinato a sparire.
Venire meno, overdose.
Tra le lenzuola di questa tossicità.
Che ci fa chiudere gli occhi, sognare sulla tua pelle un mondo meno stanco.
Un universo capace di essere la nostra metà.
Così, tossico.
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