
Passavi di qui
Passavi di qui, tra le mie ossa.
Non ti ho neanche sentita arrivare, che già stavi lì.
Tra lo psoas e l’interno coscia, viscerale.
Che se chiudo gli occhi ti sento salire, lungo tutta la schiena.
Passavi di qui e mi sono distratto, ci stava un aereo in cielo e mi ci sono perso.
Come fai tu, che ti perdi di continuo e non so come continui a ritrovarti qui.
Tra i miei pensieri. Intendo.
Perché a starti a sentire è ancora estate, fai caldo dentro.
Anche se là fuori è già inverno.
Solo che senza la tua voce sembra di morire di freddo.
Allora mi fermo.
Guardo la luna che fatica a stare su, ci copio lo stile.
Mi viene voglia di passare di lì.
Venirti a baciare.
Chiudere le mani in un sorriso.
Asciugare il pianto delle tue paure.
Aggiustarti le notti, quelle più scure.
Sussurrarti all’orecchio le cose più assurde.
Storie di pesci volanti, scimmie parlanti.
Dirti amo, senza sapere amare.
Strappare le lenzuola per non avere il letto da rifare.
Passavi di qui, sono rimasto a vedere.
Le colline di jeans, il tuo sedere.
A cantare una canzone triste che mi fa ridere.
Che poi ci pensavo, passare è facile.
Faticoso rimanere.
Lucido, davanti ai tuoi occhi.
Calmo, se mi tocchi.
Se ci pensi, ti passa.
Se non ci pensi, ti ritorna.
In faccia come uno schiaffo.
O magari dentro un abbraccio.
Te ne ho messo uno da parte.
Uno di quelli forti.
Che se passi di qui, potremmo restare.
Fermi in silenzio ad ascoltare.
Che rumore fanno i nostri cuori storti.
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