23 Marzo 2025 22:10
Tutto chiede salvezza 2, alla scoperta di sé - TheGiornale

Tutto chiede salvezza torna su Netflix con una nuova stagione che ci trascina di nuovo nel delicato mondo di Daniele, tra alti e bassi di un percorso di crescita che non smette di sorprenderci.

In questo secondo atto, ci ritroviamo accanto a Daniele mentre varca le soglie dell’ospedale psichiatrico dove, due anni fa, lo abbiamo conosciuto per la prima volta. Stavolta Daniele non è più un paziente, bensì un tirocinante che si prepara ad affrontare cinque estenuanti settimane di lavoro. A tormentare la sua ricerca di equilibrio, però, c’è una sfida ancor più complicata: il processo per ottenere la custodia congiunta di sua figlia, Maria. Ripartiamo dall’inizio e cerchiamo di capire cosa renda Tutto chiede salvezza una serie che vale la pena guardare.

La guarigione tra i temi della serie Netflix

Uno dei temi principali di questa stagione è proprio il significato della guarigione, esplorato con grande sensibilità. L’interpretazione di Federico Cesari, nel ruolo di Daniele, ci aiuta a capire quanto guarire non sia un percorso lineare e immediato. Non si tratta, appunto, di un cambiamento improvviso, di un semplice clic, ma di un cammino pieno di ostacoli.  

La serie rifiuta la visione idealizzata della salute mentale che spesso caratterizza la narrativa, scegliendo invece di rappresentare la guarigione come un processo lento, complicato e, soprattutto, umano. Daniele, non è il classico “eroe” che superato un evento traumatico guarisce come per magia. La sua crescita avviene tra le difficoltà quotidiane, il dolore e la necessità di accettare le proprie fragilità. 


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I personaggi di Tutto chiede salvezza 2

Lo stile narrativo quasi corale della serie, che richiama per certi versi quello di Skam, teendrama, in cui tra l’altro ha recitato anche Federico Cesari, ci ha permesso di conoscere in modo approfondito i nuovi personaggi introdotti in questa stagione: Matilde, Angelica, Rachid, Paolo e Armando.

Ognuno di loro ha una storia personale segnata da traumi e difficoltà, che viene raccontata con delicatezza nel corso degli episodi. Questo approccio consente al pubblico di entrare in empatia con i protagonisti, riconoscendo nelle loro sofferenze delle esperienze universali. Il dolore, infatti, non è solo una condizione individuale, ma diventa il legame che unisce i personaggi.

Daniele, in particolare, si fa portavoce di questo concetto: la sua difficoltà a “proteggersi” dal dolore altrui lo rende vulnerabile, ma allo stesso tempo gli consente di stabilire legami profondi con gli altri.

La speranza: uno dei temi di Tutto chiede salvezza 2

Nonostante il dolore e la salute mentale continuino a essere il filo conduttore della trama, la speranza emerge con forza in questa stagione. La piccola Maria, figlia di Daniele e Nina, diventa per il nostro protagonista un motivo in più per non arrendersi, un appiglio a cui aggrapparsi per trovare la forza di andare avanti. 

La speranza ce la regala anche il personaggio di Alessandro che nella seconda stagione inizia, per la prima volta, a rispondere ai segnali esterni: sorride, osserva e reagisce. Non si tratta di una cura miracolosa, ma di un piccolo passo. È un momento importante, che ci ricorda quanto i progressi, seppur minimi, possano avere un valore incredibile. 

In Tutto chiede salvezza, la speranza non è solo un’illusione, ma una forza che alimenta i protagonisti e rende il viaggio di Daniele una storia che, pur nella sofferenza, lascia intravedere un futuro migliore e ci ricorda che, nonostante le difficoltà, vale sempre la pena di cercare la propria salvezza. 


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Tutto chiede salvezza 3 si farà?

Purtroppo, nonostante il forte affetto dei fan, la serie è stata ufficialmente cancellata e, almeno per ora, la terza stagione non vedrà la luce. Bruni ne ha dato il triste annuncio con un post, ringraziando i fan, Picomedia e Netflix, e lasciando intendere che gli autori avevano già immaginato una possibile continuazione, tenendo comunque aperta la porta per eventuali sviluppi futuri.

Sulle note di questo finale dolceamaro, eccovi una delle poesie che Daniele dedica a sua figlia Maria.

Non vedevo più niente, gli occhi nemmeno a piangere erano più buoni. Poi tu, un tu chiunque, che sia Padre o sconosciuto il volto, mi hai prestato gli occhi e sono tornato a vedere. Ma sempre con dolore. Anche quando la fame e la sete… la fame e la sete sono morte, sei accorso tu, straniero in mezzo alla strada, a ricordarmi come si fa a mangiare e a bere, ma non ho smesso di soffrire. E tu, sconosciuto dentro un ospedale, o nell’oscuro profondo del mare mi hai insegnato a odiare senza nessuno da abbracciare in maniera ampia. E allora ho odiato, ma senza smettere di sperare. Tu, di sangue e carne, vestita di una bellezza che a guardarla mi trema la voce insieme alle gambe, dammi la tua bocca per baciarti, e l’anima intera di entrarci dentro, e dentro rimanere. Per sempre. Con amore.

Daniele – Tutto chiede salvezza

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