
Acatrus, Venusia e Alcor, protagonisti di UFO Robot, saranno nel piccolo schermo italiano con una nuova grafica. Se non conoscete il cartone animato giapponese ve ne parliamo in questo articolo. Goldrake, che aprì le porte all’animazione giapponese in Italia negli anni ’80, con il titolo Atlas Ufo Robot, ritorna con la serie Grendizer U.
In realtà l’Italia, che lo pubblicizzò con il titolo Atlas Ufo Robot Goldrake, ignorava che “Atlas” non facesse parte del nome.
Goldrake, che verrà trasmesso su Rai2 questo autunno, è il cartone animato che ha appassionato un’intera generazione. La sua colonna sonora ha riscosso un tale successo da assicurarle il disco di platino.
UFO Robot, Goldrake, la “creatura” di Gō Nagai
La paternità di questo anime si deve alla matita di Gō Nagai (永井 豪?, Nagai Gō). Furono i colleghi del maestro a invogliarlo a conquistare il mercato occidentale. Gō Nagai, cavalcando l’onda del fenomeno degli U.F.O, riuscì a conquistare un pubblico diverso da quello nipponico sia per cultura sia per abitudini. Tra l’altro fu proprio la RAI a trasmetterla su Rai2 nel 1978 e a farla conosce in Italia.
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La storia di Goldrake
Goldrake nasce nel 1975 per mano di Go Nagai, dopo Grande Mazinga nel 1974 e Mazinga Z nel 1972. Grendizer è un grande robot il cui scopo è quello di salvare il pianeta Fleed e di aiutare Daisuke Amona a raggiungere la Terra e difendere sia il pianeta sia i suoi abitanti.
UFO Robot: i personaggi
I personaggi che hanno accompagnato l’infanzia di molti di noi sono: Actarus, Alcor, Venusia e Maria, Rigel, Mizar e il dottor Procton fino alla disfatta della flotta di Vega e dei suoi luogotenenti Gandal e Hydargos.
In Italia il 4 aprile del 1978 va in onda su Rai2 la prima puntata che in poco tempo diventa un sorta di oggetto di culto.
Per non dimenticare il doppiaggio dei personaggi, in particolare quello di Romano Malaspina, che diede voce al protagonista, Actarus, il principe malinconico, pilota di Goldrake, alieno dalle sembianze umane: giovane, bello, valoroso e pacifista. È un vero beniamino.
Quanti episodi hanno trasmesso?
Actarus e Goldrake con Alcor, Venusia e Maria, Rigel, Mizar e il dottor Procton divennero i compagni quotidiani di un’intera generazione. Gli eposodi trasmessi furono settantaquattro.
Nella prima puntata avviene l’incontro tra Actarus, fuggito dalla stella Fleet e dal suo pianeta, distrutto dalla flotta malvagia del Re Vega, e Alcor, pilota del robot Mazinga Z.
La sigla: un successo intramontabile
La sigla di UFO Robot è opera di Vince Tempera e il testo del paroliere Luigi Albertelli. La Rai mise a loro disposizione la band jazz, che suonava nella maggior parte delle trasmissioni. Alla realizzazione parteciparono anche l’ex bassista degli Area Ares Tavolazzi, il batterista Ellade Bandini, il chitarrista Massimo Luca e i cantanti Dominique Regazzoni, Michel Tadini e Fabio Concato, che si occuparono dei cori.
Diversi gruppi musicali provarono a imitare le caratteristiche della sigla di Atlas Ufo Robot utilizzando la componente orchestrale, poiché non tutti potevano avvalersi di tanti musicisti puntarono sui sintetizzatori che consentivano di riprodurre in modo realistico il suono di archi, fiati e altri strumenti.
Molti di noi hanno cantato Ufo Robot un’infinità di volte e ancora oggi di tanto in tanto capita di sentire: «Si trasforma in un razzo missile con circuiti di mille valvole tra le stelle sprinta e va».
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Goldrake ci riporta all’infanzia
Chi di noi non si è immedesimato in uno di questi personaggi?
Ricordo ancora quando con i miei cugini giocavamo a Goldrake, immaginando che la poltrona del nonno fosse la navicella spaziale espulsa dal quartier generale per dirigersi a combattere le forze del male e riportare la pace. Maglio perforante, alabarda spaziale, lame rotanti, boomerang elettronici e tuono spaziale, alabarda spaziale e lame rotanti restavano solo nella nostra immaginazione, però avevamo il casco, fatto con la scatola del panettone o dell’uovo di Pasqua. Quante litigate prima di assegnare i ruoli da impersonare. Era uno spasso che creava l’autentica connessione social, altro che quella virtuale.