12 Febbraio 2025 5:44
Viaggiare da soli - TheGiornale

La domanda che ultimamente mi sento fare spesso è: perché viaggiare da soli?
Voglio rispondervi in modo sincero, raccontandovi una pagina del libro della mia vita, la mia esperienza personale.

Mi sono trovata, all’età di quasi 35 anni, a dover ripartire da zero. Ho sempre viaggiato accompagnata, trovando in quelle spalle un appoggio sicuro e confortevole. Un posto che pensavo fosse necessario e di cui non potessi farne a meno.

Ad oggi, posso dire che nessuno di noi ha bisogno necessariamente di quelle spalle per affrontare un viaggio. Ed anzi, a volte credo che viaggiare da soli sia la cura migliore per sopravvivere ad una delusione o ad una sofferenza che ci porta talmente sotto da non riuscire più a riemergere.

Ma voglio spiegarvi meglio la mia esperienza; perché sono partita da sola e perché viaggiare da soli potrà aiutarvi a superare limiti mentali e fisici.

viaggiare da sola a siviglia

Il mio primo viaggio da sola in Andalusia

Dovevo partire per ricominciare da me. Avevo bisogno di una solitudine completamente mia, per ascoltarmi e per trovare la pace interiore che ormai avevo perduto. Era agosto, anno 2023, e dopo aver trascorso 1 terzo della mia vita a viaggiare nel mondo accanto ad un’altra persona, ho deciso di prendere, in totale solitudine, un volo con destinazione Siviglia.

Sono sempre stata molto organizzata e non ho avuto problemi a crearmi l’itinerario che desideravo. Una settimana mi sarebbe bastata, e così, con diversi dubbi, ansie e tanta voglia di evadere dalla mia routine mentale, ho preso quell’aereo, con uno zaino minuscolo ma pieno di speranze e voglia di ripartire soltanto da me stessa.


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Prendere da sola un aereo

L’esperienza di prendere un volo da sola l’avevo già vissuta e non temevo nulla. Anzi, quel posto che ho acquistato vicino al finestrino, mi ha dato modo di godermi ancora di più quel momento a me famigliare ed estremamente emozionante. Mi sono goduta il cielo azzurro intenso di un pomeriggio afoso di metà agosto, le nuvole bianche e soffici che attraversavamo a velocità intensa e le città che, dall’alto, facevo fatica a riconoscere.

Ho pianto tanto durante quel volo: ogni decollo per me è un pianto assicurato. Riesco a svuotarmi di tutte le tensioni che custodisco dentro e che fatico a fare uscire. Do libero sfogo a tutte le mie lacrime e le lascio uscire, senza vergogna. Senza pensare a chi ho di fianco.

Mangiare da sola al ristorante

Atterro in una città nuova, invasa da un calore estremamente asfissiante ed un profumo che mi ricorda la Spagna, la terra che sento un po’ come seconda casa. Siviglia è per me una scoperta piacevole: prenoto tutto ciò che desidero vedere già dall’Italia e mangio voracemente crocchette accompagnate da una  “cania” , tutte le volte che ho fame.

Mi piace stare seduta da sola al ristorante: osservo di soppiatto le persone che mi guardano incuriosite e rido di loro. Anche io una volta lo facevo. Anche io guardavo quei viaggiatori solitari e mi ponevo tante domande su di loro. Oggi, ci sono io da quella parte. E mi godo lo spettacolo dei loro interrogativi. Leggo tanto. Mi piace leggere mentre sono seduta ad un tavolo. Anche i camerieri si avvicinano a me in silenzio e mi lasciano vivere quel momento di estrema solitudine che tanto ho voluto ma mai cercato.

Mangiare da sola al ristorante in viaggio

Dormire da sola in un hotel

Dormire da sola in un hotel non mi ha mai spaventata, ma per la prima volta ho avuto modo di provare questa nuova esperienza. È stato, credo, uno dei momenti più belli. Ammiro la città dalla mia stanza, scendo nella hall a bere caffè americano gratis, parlo con i ragazzi della reception e mi ritiro in terrazza a godermi tramonti che mi fanno versare qualche lacrima di malinconia sana e dovuta.

E dormo, dormo come non facevo da tanto tempo.

Viaggiare da soli a Cordoba

Dopo tre giorni di Siviglia, tra l’incantevole Alcazar ed i suoi pavoni dai colori sgargianti, Plaza de España e la commovente interpretazione della ballerina di flamenco, la maestosa cattedrale e l’immensa fatica che ho fatto per arrivare fino in cima per godermi il panorama, il Metropol da cui ho ammirato uno dei tramonti più belli e significativi della mia vita, Plaza del Toros e molto altro ancora, prendo un treno per cordoba. Cambio città, perché ho voglia di scoprire. Fa tanto caldo. Troppo. Ma Cordoba mi incanta dal primo istante. Ho prenotato un hotel proprio di fronte all’entrata della moschea.


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Il mio terrazzino è un piccolo luogo sicuro in cui mi concedo, durante la notte afosa, un po’ di tempo per ammirare le stelle. Il blu dei vasi che invadono questa piccola città, le vie nascoste dove si vedono ballerine di flamenco che si preparano allo spettacolo serale, i vicoli stretti in cui mi sono perduta almeno una decina di volte, il museo d’arte moderna in cui mi sono protetta dal caldo soffocante del pomeriggio che ho ammirato in totale solitudine, i giardini dell’Alcazar che ho amato incondizionatamente.

Cordoba è stato il mio piccolo rifugio: mi sono sentita protetta e al sicuro.

Da Cordoba a Granada

Da Cordoba passo a Granada, la mia ultima destinazione prima di ritornare a Siviglia. Come ultima città, credo che Granada mi abbia dato quel pizzico di magia che mi mancava per concludere questo viaggio da sola. Non era mia intenzione conoscere qualcuno e così è successo, fino a Granada.

Dopo l’Alhambra, un sogno che avevo in un piccolo scompartimento del cassetto, le incantevoli chiese ed un matrimonio a cui ho assistito, in un ristorantino un po’ troppo chic per i miei standard, ho conosciuto la “strana” coppia. Una signora anziana del posto si è seduta di fianco a me e si è subito approcciata in modo gentile e pacato. Nessuna delle due parlava la lingua dell’altra, ma ci siamo intese e capite ed abbiamo chiacchierato del più e del meno.

viaggiare in solitudine

Poco dopo ci ha raggiunto suo marito, un uomo distinto e di una gentilezza infinita. Ha imparato subito il mio nome, un po’ insolito e non proprio facile se si parla un’altra lingua, e si è reso gentile offrendomi da bere. Abbiamo parlato per tanto tempo, sempre nelle nostre lingue madri, ma con tanta voglia di sapere e conoscersi. Mi hanno commossa quando, tutte le volte che gli arrivava un piatto, prima di toccarlo, chiedevano a me di assaggiarlo per prima. Ricordo ancora oggi, a distanza di quasi un anno, quei volti e quelle voci tranquille e gentili. Quel farmi sentire a casa, sicura e non sola.


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Viaggiare da soli senza essere mai soli

Io, però, non mi sono mai sentita sola in questo viaggio, anche se la sono stata sempre. Non Ho mai parlato con nessuno, se non con quella coppia, e mi sono goduta il mio silenzio. Avevo bisogno di capire come affrontare un cambiamento drastico, come ricominciare da capo, una volta tornata a casa.

Sono ritornata a Torino con un altro sentimento: serenità. Avevo capito che in fin dei conti, da sola ci so stare e che non ho bisogno di un’altra persona per vivere le mie esperienze.

Solo se si sta bene con se stessi si riesce a stare altrettanto bene con le altre persone.

Il mio primo viaggio da sola finisce qua…

È stato il primo, ma non l’ultimo.

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