Ci siamo persi
E poi ci siamo persi.
Ogni tanto capita, sai?
Come quando restavi indietro nei dettati a scuola, alzavi la testa e cercarvi di capire se fossi l’unico ad essersi smarrito.
Perdiamo tante cose, io a otto anni ricordo di aver perduto il mio cappellino preferito.
Aveva una “P”, scritta davanti. Bianco con i pallini blue. A pois.
Me l’aveva regalato mia sorella, ci tenevo assai.
Ricordo di aver pianto per un sacco di tempo, ero affranto, sopraffatto, a tratti distrutto.
Era solo un berretto, ma otto anni che ne sai?
Mica te ne rendi conto che poi crescendo perderai cose più grandi, più importanti, più.
Come quando ci siamo persi, mi sono perso io e ti sei persa anche tu.
Una volta ci ho perso il cuore.
Devono avermelo strappato da dentro il petto. Forte e senza premura.
Succede così, una volta devo averlo fatto con qualche fiore.
Via le radici, o spezzato a metà, dal gambo.
Quei petali poi appassiscono, vanno perduti, gettati a terra.
Per terra, ecco.
Mi sono perso anche così.
Con le testa che veniva punta dal pavimento, freddo.
Di quel freddo che entra dentro le ossa, le sposta.
Ci gioca a shangai.
Pensavo ai miei sogni, quelli che di giorno ti fanno sembrare distratto.
Ti occupano ogni spazio e finisci per sorridere, senza motivo.
Solo a pensarci.
Ci siamo persi.
100 metri più in là.
Abbiamo fatto un giro immenso e poi, eccoci qua.
Sempre gli stessi.
Ancora più diversi.
Con le dita incrociate e perderci ancora.
Nei vicoli nascosti della città.
A morderci le labbra, metà.
Rubarci il fiato, senza pietà.
Aspettando il sole, sperando che stasera non verrà.
Che modi di perdersi, ce ne sono tanti.
Ci si perde nei ricordi.
A ridere.
Nei pianti.
Ogni tanto capita, sai?
Dico di perdersi, perdersi a pensarti.
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