19 Febbraio 2025 2:34
E questo è niente - thegiornale

E questo è niente

Se cercate un libro da leggere tutto d’un fiato vi consiglio E questo è niente di Michele Cecchini, edito da Bollani Boringeri. L’autore con una scrittura delicata e intensa dà voce a Giulio, un ragazzino tetraplegico, che vive in un piccolo borgo della campagna fiorentina negli anni Sessanta.

Questo libro non lo conoscevo proprio: è stato lui a trovare me e non viceversa. È successo per puro caso. Ho conosciuto Michele Cecchini in libreria a Grosseto, dove mi sono intrattenuta a chiacchierare con lui e non ho resistito alla tentazione di acquistare una copia di E questo è niente.

Mani protese - E questo è niente
© Pixabay

Chi è l’autore di E questo è niente?

L’autore, Michele Cecchini nato a Lucca nel 1972, è un insegnante di materie letterarie in una scuola superiore di Livorno, dove vive.

Il suo romanzo trae spunto dall’operato del dottor Adriano Milani, fratello maggiore di don Lorenzo Milani.

Chi era il dottor Adriano Milani? Il dottor Adriano Milani, neuropsichiatra infantile, precursore della riabilitazione dei bambini disabili, fu uno dei primi medici italiani a battersi a favore dei bambini tetraplegici, spesso, relegati nelle mura domestiche per via della vergogna delle loro le famiglie. Insieme ad altri medici andavano di casa in casa e di paese in paese, in cerca di questi pazienti speciali e invisibili per restituire loro dignità. Con il loro operato miravano a sensibilizzare e a coinvolgere la sanità pubblica. Il padre di Michele Cecchini, anche lui medico, lavorava con questa équipe al progetto rivoluzionario di inclusione e integrazione. Al dottor Adriano Milani si deve l’approvazione della legge n. 517/1977 che stabilisce per i disabili il diritto all’inclusione scolastica e all’integrazione nella società.

Le sue pubblicazioni:

  • Per il bene che ti voglio (2015)
  • Il cielo per ultimo (2019)
  • E questo è niente (2021)
  • Un morso all’improvviso (2023)

La storia

Giulio, voce narrante, non parla e non si muove. Dalla sua stanza osserva il mondo che lo circonda, o meglio la sua famiglia composta di personaggi “strampalati”.

«Se non lo avessi sentito dai normali, io non mi sarei mai sospettato di infelicità. Ma davvero non è così. I normali sono contenti solo a tratti, tipo quando è il giorno in cui sono nati, oppure il Natale o il giorno dello sposalizio. Allora fanno le feste. Invece per me la ricorrenza è ogni giorno. sarà per questo che noi tetra campiamo di meno: perché ci giochiamo più in fretta la nostra dose di felicità».

Ascoltando e osservando lo spazio che lo circonda, dal suo lettino, riesce a reinventarsi l’esistenza a modo suo, con ironia e leggerezza.

«I normali, sono gli esseri più misteriosi e scontenti di tutti»

e da loro si vede attribuire l’epiteto di infelice. La sua unicità non gli impedisce di rinunciare alla sua felicità. Giulio è uno spettatore silenzioso e discreto dei momenti di vita, e si diverte a osservare e a catalogare i normali, le persone della sua famiglia. Il suo desiderio più grande desiderio è di vedere il mare che. La sua vena ironica lo porta a non piangersi addosso e a definirsi

«un coso che ha due braccia e due gambe a cui non funziona nulla».

Giulio è speciale e ha la grande capacità di farsi «amare dalla vita come viene viene».


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I personaggi

  • Giulio ha sedici anni di età ed è il protagonista.
  • Il nonno, medico stimato, è uomo autoritario e dinamico: «Il nonno è un uragano che ribalta l’ammalato nel letto… dirlo speciale è poco...»
  • La nonna accudisce Giulio nelle sue necessità.
  • Il padre, medico incapace, pigro e svogliato.
  • La mamma cacciatrice di sogni.


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Qual è il messaggio che mi ha lasciato E questo è niente?

E questo è niente è una storia toccante a tratti fiabesca, mai patetica. L’autore con leggerezza e delicatezza ci invita a soffermarci sul tema della diversità e dei diritti umani.

La diversità la considero espressione dell’unicità che caratterizza ogni essere umano, una fonte di ricchezza e di crescita per la società. Noi esseri esseri umani siamo tutti diversi. È questo che ci rende tutti speciali, straordinari, particolari.

Educhiamo i bambini al rispetto, all’accoglienza e all’integrazione. Lavoriamo per estirpare gli stereotipi che creano le gabbie del pregiudizio, del disprezzo, dell’ignoranza e dell’emarginazione. Per noi adulti ci vorrebbe una palestra dove allenarci ad aprirci e a protenderci verso gli altri. Creare connessione reale fra esseri umani, oggi più che mai, è un’esigenza impellente. Ciò che determina la grandezza delle persone è rappresentato dall’umanità e dall’empatia verso i propri simili. L’inclusione e l’integrazione sono i semi da cui far germogliare e fiorire la civiltà.

1 thought on “E questo è niente di Michele Cecchini

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