8 Dicembre 2024 13:39
la buonanotte di rab thegiornale

Proibita

Proibita, come l’acqua quando hai sete.
Che non desideri altro. Berti.
Come il finale di quel libro che ho scordato sul treno, la voglia di saperti.

Proibita è la tua pelle, camminata da una goccia di sudore che ti percorre e scopre nuovi orizzonti.
La meta finale, quella che ti lascia con il fiato spezzato, sospeso a metà.

La mela che poi viene morsa, l’interno coscia, l’esterno di un cuore che è già stato masticato e poi sputato via.
Proibiti i sogni, ce li hanno vietati.
Allora siamo finiti a fumare distanti, senza accenderci negli occhi.
Tenendoli chiusi, come i cassetti che non sanno più aprirsi.
Aprirsi in un abbraccio, nel tuo.
Dove non fa paura nulla, neanche il buio.

Proibita anche la pioggia, per quello ce ne stiamo qui a piangere.
Mentre fuori il maltempo si scambia con il nostro umore.
Tempesta, sorridi, è venuto fuori il sole. Andato via.
Così de botto, così per magia.

Le matite che si spezzano mentre disegni posti proibiti, quelli dove andare a fare l’amore.
Dove hai nascosto l’anima, appiccicati al fiorifero insieme a qualche fotografia.
Con lo scotch che si stacca e fatica a reggerci.
E poi stare in silenzio, insieme, a leggerci.
Una lingua straniera che non sappiamo capire.
Unire le labbra, come i puntini.
Le lentiggini che vengono fuori quando vai al mare.

Ed io lo tengo dentro, quella roba lì, mare.
Abisso che diventa pesto, che ti ci perdi dentro, proibito.
Andare a largo.
Ma fattelo, largo, fatti spazio.
Avvicina queste righe e falle diventare quadretti.
Non chiedermi il permesso, che aspetti?
T’ho vista che ridevi, bellissima, piena di difetti.

Proibita, con le gambe incrociate attorno alla mia vita.
Spezzami.
Boom, boom.
Percuotimi dentro.
Che sto per ve’…
Che stiamo per ve’…

E rimaniamo così.
Fermi.
Bestemmie in chiesa.
E fammi stare bene senza che poi debba chiedere scusa.
E fammi male, ho tolto la sicura, perso ogni difesa.
E fammi stare, non chiedermi come.
Che se ti penso non mi ricordo neanche il mio nome.


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