L’Ansonica spumantizzata esiste, si chiama Per Lapo ed è prodotta in Maremma Toscana dall’azienda Santa Lucia. Insieme all’Eroica, altro pregevole vino della famiglia Scotto, Per Lapo costituisce una lavorazione dell’Ansonica che ogni appassionato dovrebbe assaggiare. Ho intervistato uno dei titolari perché sono appassionato di questo vitigno e vorrei che fosse conosciuto da un pubblico sempre maggiore.
Santa Lucia: la cantina che produce l’Ansonica spumantizzata
L’azienda trae il proprio nome da una santa donna. Lucia era la bisnonna paterna di Luca e di suo fratello Lorenzo. La “luce” ritorna nei nomi della famiglia – Luc-a, Luc-ia, Luc-iano – e si fa insegna di un transito luminoso dal passato al futuro. Nicola, figlio di Lucia e padre di Luciano, coltivava prodotti ortofrutticoli, allevava gli animali e gestiva i vigneti originari. A fine vendemmia, preferiva vendere l’uva anziché produrre il vino. La saggezza contadina all’epoca prescriveva di preferire “un uovo subito piuttosto che una gallina domani”.
Fu suo figlio Luciano – padre di Luca e Lorenzo – ad imprimere una svolta. Dipendente INAIL, Luciano nel tempo libero si prodigava ad aiutare la famiglia nella gestione aziendale. A partire dagli anni Settanta – complice il fermento suscitato dal mercato enologico, testimoniato anche dalla nascita del Morellino di Scansano come DOC – Luciano decise di destinare l’uva raccolta alla vinificazione piuttosto che alla vendita.
Suo padre non era favorevole a questa trasformazione e non mancarono contrasti familiari. Luciano – autodidatta – affrontò la sua prima esperienza enologica acquistando le uve dal padre con il proprio stipendio pur di procedere con il proprio esperimento. Questo non sarebbe stato possibile, tuttavia, senza il contributo di Lucia. Sua nonna, infatti, lo sosteneva segretamente apprezzandone l’entusiasmo e la passione.
La fiducia di Lucia è stata ripagata e le è stato dedicato il nome dell’azienda per celebrare insieme le radici e la proiezione nel futuro. Anche la prima Ansonica prodotta, risalente a più di quaranta anni fa, è stata intitolata a Lucia. Inoltre, l’omonima Santa è tradizionalmente la protettrice della vista e – per estensione – della visione in tutte le sue declinazioni, compresa quella imprenditoriale.
L‘Ansonica spumantizzata ha una sorella Eroica
L’Ansonica è uno dei vitigni storici della famiglia. Dai tempi dei trisnonni, c’è un legame con la località di Monte Argentario. Sono stati ritrovati documenti attestanti la vendita di uve da parte degli Scotto, risalenti al 1898. Tutt’oggi in località Santa Potenziata, nel lato del promontorio rivolto verso sud, c’è un vigneto di Ansonica. I vitigni sono situati sopra al campo sportivo di Porto Ercole e – guardando dalla Marina – spiccano sul monte tra una casa rossa e una bianca. Le piante sono disposte su terrazzamenti realizzati con i tipici muri a secco, a trecento metri dal livello del mare. Le più longeve risalgono alla metà degli anni Cinquanta, le più giovani hanno un ventennio di vita. È in questa cornice salmastra che trae la sua origine l’Eroica.
Si tratta di una selezione di qualità, vinificata per la prima volta nel 2015 con le uve dell’Argentario. Fino ad allora i frutti di questo vigneto eroico, con quelli di Fonteblanda (GR), componevano l’Ansonica Santa Lucia. Negli anni la produzione di questo vino è aumentata, ma la percentuale di uve dell’Argentario impiegata è rimasta identica; così, l’apporto qualitativo e quantitativo conferito al prodotto finale si è ridotto fino a diventare ininfluente. Avendo le uve dell’Argentario un valore maggiore, dal punto di vista affettivo ed enologico, fu deciso di destinarle ad una selezione di qualità, ottenuta con una vinificazione differente.
La lavorazione dell’Ansonica Eroica
La prima produzione registrò un numero molto particolare: 666 bottiglie. Ancora oggi, la capacità produttiva dei vigneti di Santa Potenziata si attesta tra le seicento e le milleduecento bottiglie annuali. Il nome di questo vino dipende dalla viticoltura eroica attraverso cui è prodotto. La quantità di uva dipende dalle incursioni dei cinghiali oltre che dalle contingenze stagionali, includendo i fenomeni meteo-climatici marini. La vinificazione dell’Ansonica Eroica segue un procedimento diverso, volto a valorizzare i sentori fruttati, la florealità – in particolare le note di ginestra – e la mineralità intrinseca del vitigno.
Vinificando a freddo senza contatto con le bucce e preservando il prodotto dall’ossidazione con la raccolta a mano, emergono le note fruttate. Il giorno dopo la spremitura, il mosto limpido separato viene messo in barriques nuove e lasciato in fermentazione; poi, rimane in affinamento per otto mesi prima di passare nell’acciaio. L’estate successiva viene imbottigliato e rimane ancora un anno a riposo.
Il prodotto viene commercializzato due anni dopo la vendemmia. Un ulteriore anno di affinamento in bottiglia sarebbe ideale, ma ciò contrasterebbe con l’esigenza di distribuire un prodotto ambito, che si esaurisce velocemente una volta immesso sul mercato. Così, è suggerito ai clienti di far riposare l’Eroica ancora un anno per raggiungere l’optimum. Questo vino, infatti, vanta una longevità notevole.
L’Ansonica spumantizzata di Santa Lucia si chiama Per Lapo
Nel 2019 è stato portato a termine l’esperimento più interessante. Dopo un processo inedito e ambizioso, il prodotto è sbarcato sul mercato nel 2022. Luca e Lorenzo si sono chiesti se esplorare una nuova vinificazione dell’Ansonica, poiché erano entrati in produzione i nuovi vitigni e la stagione aveva permesso una raccolta generosa. Durante il diradamento estivo hanno deciso di destinare parte dell’uva raccolta preventivamente alla spumantizzazione.
L’idea è nata per gusto enologico, per scommessa e per celebrare la continuità aziendale tra passato e futuro. Per Lorenzo, enologo dell’azienda, è stato il primo confronto diretto con il metodo champenoise. Non aveva ancora a disposizione alcune delle attrezzature necessarie ma ha scelto comunque di svolgere il procedimento nella propria barriccaia. Ciò ha reso la sfida ancora più avvincente. Il prodotto è stato ventiquattro mesi sui lieviti. La prima annata è stata soddisfacente ed ha permesso la realizzazione di settecentoquaranta bottiglie di Ansonica spumantizzata.
L’Ansonica spumantizzata si chiama Per Lapo. Lapo, figlio di Lorenzo, rappresenta la sesta generazione della famiglia. Nel frattempo, è nata Ludovica, figlia di Luca. Per Lapo lega passato e futuro. Fu un’Ansonica il primo vino ed è un’Ansonica l’ultimo. Storia, territorio e famiglia sono i cardini attorno a cui ruota l’azienda. L’evoluzione non è un mero allontanamento dalle origini, ma una loro estensione. La portata rivoluzionaria della spumantizzazione si inscrive nella continuità temporale. Dove le radici sono salde e l’identità è netta, l’esplorazione non rappresenta un rischio ma un’occasione. “Partire dalla storia per fare la storia”.
Perché l’Ansonica spumantizzata è un vino innovativo?
Per Lapo è innovativo perché è il primo Metodo Classico certificato Doc Maremma Toscana. In particolare, è il primo Metodo Classico Doc Maremma Toscana realizzato con l’Ansonica. Si tratta di una novità a livello nazionale, visto che solo in Sicilia qualche cantina aveva sperimentato il procedimento senza commercializzare il prodotto.
La spumantizzazione permette di nobilitare e rivisitare un vitigno particolare come l’Ansonica, vinificato tradizionalmente come bianco fermo, invitando nuovi consumatori all’incontro con un prodotto autoctono non ancora sufficientemente conosciuto. Questa formula porta a compimento il potenziale inesplorato di un vitigno che era quasi prigioniero della sua storia e della sua filosofia di vino domestico.
Per Lapo è molto apprezzato dai palati fini, e alcuni consumatori lo hanno scambiato per uno Champagne. Chi lo ha assaggiato senza leggere l’etichetta, lo ha confuso con un Pinot. La prima vendemmia è stata spumantizzata come Brut, vicina al “dosaggio zero” di zuccheri aggiunti. La seconda – la 2020 – dovrebbe contare su millecinquecento bottiglie e vedrà diminuire ulteriormente l’aggiunta di zuccheri avvicinandosi al “dosaggio zero”, vista l’alta acidità dovuta alla vendemmia prematura. Infine, l’annata 2021, che presenterà il definitivo affinamento della tecnica, potrebbe rasentare la soglia massima stabilita di tremila bottiglie.
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L’Ansonica spumantizzata e l’Eroica celebrano la longevità
Sia l’Eroica sia il Per Lapo celebrano un pregio dell’Ansonica, ovvero la longevità. Dagli esperimenti condotti in cantina per realizzare il bianco fermo, Lorenzo e Luca hanno notato come la vinificazione senza contatto con le bucce e senza macerazione valorizzi la longevità. Questa caratteristica è una proprietà intrinseca del vitigno, che può essere preservata ricorrendo ad alcuni espedienti durante la lavorazione. Il passaggio nel legno, ad esempio, la favorisce. La crescita della qualità organolettica dell’Ansonica nel tempo è stata testata in azienda. Il vino imbottigliato nel 2016, aperto dopo sette anni, non registrava alcuna diminuzione gustativa o performativa.
Questo vale sia per l’Ansonica Eroica, sottoposta ad una particolare lavorazione, sia per la linea Santa Lucia. A distanza di anni non si attestano tracce di usura o note tipiche della fase calante. Il mercato richiede le annate più recenti, che esibiscono profumi più avvolgenti e marcati. Tuttavia, l’equilibrio è un parametro fondamentale per ogni vino e l’affinamento è metodicamente benefico. Nei grandi eventi, tra i primi classificati, spesso si piazzano prodotti con almeno un biennio di riposo.
Visitare l’azienda dell’Ansonica spumantizzata
Le esperienze enologiche possono essere raccontate, ma il rapporto con ogni vino è intimo e richiede la personalizzazione. Per questo, è suggeribile visitare l’azienda per una degustazione o per un Open Day. Il punto vendita è aperto tutto l’anno, eccetto la domenica. C’è una terrazza arieggiata e soleggiata che domina sulla valle, ideale per gustare i prodotti della casa.
Per chi desideri una maggiore immersione nel contesto aziendale è possibile partecipare ad una delle visite guidate della cantina, arricchita da una degustazione di salumi, formaggi e altre primizie locali. I proprietari stessi accolgono e guidano gli ospiti nel cuore della propria cantina e della propria passione. La parentesi temporale in cui si svolge questa forma di Wine Tour è compresa tra il primo giovedì di giugno e il primo di settembre. È gradita la prenotazione, vista l’affluenza di partecipanti.
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Questi eventi permettono ai proprietari di presentare le proprie origini, la propria famiglia e la propria storia, personalizzando l’esperienza. Il vino, infatti, è fatto dalle persone ed è rivolto alle persone. La visita guidata non disdegna aspetti tecnici o didattici ma è incentrata sulle sfaccettature e i contorni di ogni fase dei processi aziendali. Il sapore è nascosto nei dettagli.
C’è un percorso faticoso ma entusiasmante che porta al prodotto finale e al suo prezzo. La missione dei proprietari è sensibilizzare sui temi enologici, informando i consumatori con semplicità e genuinità, cosicché ognuno possa apprezzare al meglio il vino e confrontarsi in futuro con altri prodotti e produttori, con maggiore consapevolezza e conoscenza. Se visitate la Maremma Toscana, fermatevi!
Ringrazio Luca Scotto per la splendida accoglienza e per la passione con cui mi ha raccontato la storia della sua famiglia e della sua azienda.