
Con i cambiamenti climatici che imperversano, è sempre più comune soffrire di eco-ansia. Cos’è, quali le cause scatenanti e i sintomi? In questo articolo cercheremo di capire cosa si intende con il termine eco-ansia e quali strategie mettere in atto per non farsi sopraffare.

Eco-ansia: cos’è e quali sono i sintomi?
Il fenomeno dell’eco-ansia è stato definito dall’Associazione di Psicologia Americana (APA) come un “profondo senso di preoccupazione per i cambiamenti climatici, associata alla paura del futuro, che può portare a sentimenti di impotenza, spossatezza, stress e tristezza”. Da questa definizione sono già ben evidenti sia le cause scatenanti questo disturbo – anche se gli studiosi non l’hanno ancora riconosciuto a tutti gli effetti come tale -, sia le forme in cui si manifesta.
Tuttavia, queste non si limitano a “impotenza, spossatezza, stress e tristezza”. Infatti, tra i sintomi si annoverano:
- rabbia e frustrazione nei confronti di chi non ammette l’esistenza dei cambiamenti climatici e/o di chi è restio a cambiare (“Sai, si è sempre fatto così…“; o ancora “Sono (tot) anni che mi comporto così, ormai sono abituat*“),
- disturbi del sonno,
- difficoltà a concentrarsi,
- pensieri fatalistici,
- senso di colpa o di vergogna per la propria impronta ecologica,
- modifiche dell’appetito e delle abitudini alimentari,
- e molti altri.
Eco-ansia: quali sono le cause scatenanti dell’eco-ansia?
Sicuramente, la ragione principale sta nel constatare sulla propria pelle le conseguenze dei cambiamenti climatici. Non riconoscere più i luoghi della propria infanzia – perché sono stati modificati e sono ormai irriconoscibili -, vedere modificato il proprio rapporto con la natura e il suo ciclo. Anche essere costantemente bombardati dalle notizie di “un’estate torrida, la più calda di sempre“, uragani, incendi, terremoti, e via dicendo acuisce le sintomatologie dell’eco-ansia. Il tutto unito all’incapacità di immaginarsi proiettati nel futuro, fare programmi a lungo termine, vedersi vivere una vita serena e tranquilla.
Maggiormente affetti dall’eco ansia sono, come è forse facile intuire, i giovani e i bambini. Secondo uno studio di The Lancet condotto su diecimila persone tra i 16 e i 25 anni, il 59% ha affermato di essere estremamente preoccupato per le possibili conseguenze dei cambiamenti climatici in atto e sulle ripercussioni che queste potrebbero avere sul proprio futuro.

Cosa fare se si soffre di eco-ansia?
La prima cosa da fare è prendere coscienza della cosa, senza spaventarsi. È normale essere spaventat* dai cambiamenti in atto, ma bisogna saper sfruttare l’eco-ansia come una risorsa produttiva, piuttosto che stigmatizzarla come una malattia, per poterla utilizzare in maniera costruttiva.
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Come interagire con l’eco-ansia?
- Fate qualcosa che possa aiutare a invertire la rotta – ma non pretendete di fare tutto da sol*: non avete tutto il peso di ciò che accade sulle vostre spalle. Agite insieme ad altre persone e/o associazioni – vi sentirete alleggeriti e la condivisione vi farà sentire parte di qualcosa.
- Non leggete troppe notizie negative sui cambiamenti climatici tutte insieme: restate informati, ma con dei limiti. La vostra salute mentale non deve risentirne.
- Iniziate da azioni concrete, per piccole che siano. Questo vi aiuterà a mettere ordine nella vostra mente e, allo stesso tempo, vi sentirete utili.
- Chiedete aiuto, senza vergognarvi, se ne sentite la necessità. Condividere queste preoccupazioni vi farà sentire sollevati e vi aiuterà.
E voi siete sensibili ai cambiamenti climatici? Come li state vivendo? Cercate di fare qualcosa, seppur nel vostro piccolo?