È una frase che mi è venuta in mente all’incirca un mese fa. Stavo andando a lavorare. “Me ne devo andare da quel posto” ho pensato e ho subito sentito il cuore più leggero perché le scelte giuste hanno il sapore della felicità.
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Perché continuare a farsi del male?
Perché stavo continuando ad andare in un luogo dove non mi piaceva lavorare? Il motivo era soltanto uno: la prospettiva di uno stipendio, incominciare a mettere qualcosa da parte dopo anni di studio e finalmente avere un minimo d’indipendenza economica. E poi finalmente mi sarei potuta pagare le vacanze e potevo pensare di andare a convivere entro un anno. Invece, se mi licenziavo, i miei progetti sarebbero stati di nuovo rimandati e poi c’era l’incertezza. Avrei abbandonato qualcosa di certo, che sì non mi piaceva, per l’incerto. Eppure non ero felice, non andavo a lavorare con la voglia di fare e questa, per me, era una sconfitta. Avevo fatto sei mesi di tirocinio e mi era sempre piaciuto, malgrado poi non sempre tutto fosse andato secondo i piani, malgrado le giornate pesanti. Perché non avevo più voglia? La risposta era semplice: non mi piaceva l’ambiente di lavoro.
Non smettere di cercare ciò che ami o finirai per amore ciò che trovi “
Bisognava cambiare
Mi sono licenziata alla fine, o meglio, dopo le prime settimane di prova, ho deciso di non firmare il contratto. L’idea di cercare qualcosa di nuovo era sconfortante, ma sapevo di fare la cosa giusta, malgrado fosse una decisione forte e importante. Ora lavoro in un posto che mi piace molto di più, faccio più ore e, malgrado il periodo non facile e la mole di lavoro, sono felice di andare a lavorare e questo per me è un fattore importante.
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Le scelte giuste hanno il sapore della felicità: non accontentatevi
Accontentarmi è un errore che avevo già fatto in passato e che non volevo fare più. Lo avevo fatto in un ambito della vita in cui non bisognerebbe mai farlo: in amore. Ma quanti di voi lo hanno fatto almeno una volta? Quanti di voi si sono accontentati di un amore a metà, di non amare veramente, ma semplicemente voler bene? Abbiamo protratto storie che non valeva la pena neanche incominciare e lo sapevamo benissimo fino dall’inizio che non stavamo sentendo quello che dovevamo sentire, eppure ci siamo convinti che andava bene così. Perché? Fondamentalmente per paura. Paura di rimanere soli, paura di non trovare di meglio, paura del giudizio altrui, paura dell’incertezza, paura del cambiamento e paura di dover ammettere a noi stessi l’ennesimo fallimento. E, invece, poi abbiamo scoperto che di meglio c’era, eccome se c’era e quello che avevamo portato avanti in passato, alcune volte, non si poteva neanche definire tale.
É sempre un po’ un salto nel buio
Lasciare quell’amore in cui mi ero accontentata era la migliore scelta personale che potessi fare. Era un salto nel buio, ero convinta che non avrei mai trovato qualcun altro che potesse tenerci a me, ma mi sbagliavo. Qualcuno c’era ed è stato meglio di quanto potessi immaginare. Non è vero che le farfalle nello stomaco le senti solo a sedici anni, le puoi sentire anche a trent’anni, devi solo avere il coraggio di lasciare qualcosa di certo, che non ti rende felice o più felice, per qualcosa d’incerto.
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Le scelte giuste hanno il sapore della felicità
Quindi, quando non sapete cosa scegliere fra due opzioni, scegliete quella che vi rende felice, anche se vi fa paura, anche se non sarete sicuri dell’esito, anche se vorrà dire abbandonare la strada della certezza per quella dell’incertezza.