19 Aprile 2024
Moda | Fashion experience

Quando sei Virgil Abloh: i momenti più importanti della sua carriera

Annoverato nell’olimpo degli Dei del fashion per sempre e, di questo, tristemente complice la sua prematura scomparsa, Virgil Abloh ha dettato i suoi personali comandamenti in quello che è un mondo spesso annichilito dal tentativo di imprimere un rigoroso status quo “mordi e fuggi” e che dunque, spesso, dissipa in partenza il potenziale alla base di un’idea vincente.

Virgil Abloh non ambiva alla vana gloria, bensì a sostare permanentemente su quella che è una wave travolgente, nella strutturata e minuziosamente articolata scala gerarchica della moda ed in particolare dello streetwear, proiettandosi in un firmamento dal sapore eterno. Vogliamo omaggiarlo ripercorrendo quelli che sono stati i momenti salienti della sua carriera e della sua vita:

Gli studi in ingegneria e il sodalizio con Kanye West

Virgil è un giovane ragazzo afroamericano che calza come un guanto lo stereotipo americano decantato da Steve Jobs: era affamato ed era folle, una follia circoscritta all’accezione più benevola del termine, ossia brillante, capace e lucido. E difatti ben presto termina gli studi in ingegneria civile presso l’Università del Winsconsin per poi, poco dopo, intraprendere un master in architettura. Questo percorso all’apparenza così distante da quello che si rivelerà essere poi il suo destino, come accennato dallo stesso Virgil, gli conferirà la capacità di sviluppare un preciso metodo delle cose, un’ordinata stabilità e successione di elementi senz’altro utile per la messa in piedi di progetti futuri più ambiziosi.

L’incontro e futuro sodalizio lavorativo avvenuto nel clou della street fashion di Chicago assieme a Kanye West (galeotto fu lo stage da Fendi nel 2009 che consolidò definitivamente il duo in una prolifica coniugalità artistica e personale) permise poi a Virgil di spiccare il volo, rendendolo non solo l’artistic director dei lavori discografici di Kanye, ma un duttile visionario pronto a lanciare la sua personalissima linea d’abbigliamento, Off-White, lontana anni luce rispetto alle proposte di qualunque altro trend in commercio grazie al suo tentativo di voler abbattere le barriere tra lo stile “di strada” e l’alta moda e pioniere di un sistema di digital marketing rivoluzionario, oramai simbolo di una rinascita urban garantita. Le varie collaborazioni che costellano la sua carriera, come quella con Mercedes – Benz e alcune delle capsule collection con Evian, Moncler e Nike sono state la dimostrazione tangibile del suo genio.

Louis Vuitton FW18

Fu poi a dir poco premonitrice la decisione dei vertici di Louis Vuitton di nominarlo direttore creativo del brand per la sua menswear nella FW18. Le Parche della moda ci avevano visto lungo, consce della fatalità del caso che si abbatte più o meno benevolmente influenzato dalla sorte, incarnata niente più che in un’unica mossa azzeccata. Virgil è la rappresentazione vivente di un colpo da maestro: un designer rispettoso del passato di un brand storico e delle sue unità chiave ma fondamentalmente curioso e coraggioso tanto da tentare strade inesplorate, auspicando a rivisitarlo senza però snaturarlo, sancendone l’immortalità.


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Grazie, VIRGIL ABLOH

Chiedersi chi possa celarsi dietro ad una personalità così brillante ed avanguardista, capace di ribaltare le sorti dell’intero fashion system, sembra un’ardua impresa. Eppure, dietro la fama di business man (iconica la frase: Il mio ufficio è il mio cellulare, a riprova del fatto che la flessibilità e la mancanza di “ancore” precostituite siano elementi direttamente proporzionali al successo), si celava un ragazzo dalla squisita umanità, innamorato dell’arte in ogni sua sfaccettatura, elevato dalla sua stessa intima ricerca del nuovo, visceralmente legato alla propria famiglia e con una smisurata attitudine emotiva, perfettamente in grado di guidare coloro che gli orbitavano attorno in una sorta di percorso condiviso e mai assolutista e dispotico.

A detta dei più, la sua evidente fortuna è stata quella di cooperare con grandi nomi e blasonate maison, ma siamo sicuri che ad essere accaduto non sia stato soprattutto il contrario?

Grazie Virgil.

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