Cosa accomuna il nord Italia – in particolar modo Torino – e alcune regioni della Polonia? Nella classifica delle regioni e delle città con la peggior qualità dell’aria, sono loro a spiccare ai primi posti, con livelli di particolato e polveri sottili che superano vertiginosamente i limiti previsti dalle Direttive europee. Tuttavia, come nel resto del mondo anche a Torino, i murales “antismog” si stanno diffondendo – se non come soluzione definitiva all’inquinamento – come piccolo contributo che coniuga arte e sostenibilità.
Italia e Polonia: sorelle per qualità dell’aria
Nella classifica delle regioni e delle città con la peggior qualità dell’aria, sono loro a spiccare ai primi posti, con livelli di particolato e polveri sottili che superano vertiginosamente i limiti previsti dalle Direttive europee: da un lato troviamo Torino, che secondo l’ultimo rapporto di Legambiente Mal’Aria si aggiudica la “maglia nera” della qualità dell’aria, considerando i 98 giorni di superamento dei limiti di Pm10 (polveri sottili), a cui seguono Padova, Rovigo, Treviso e Milano.
Sempre Torino è il centro in cui la media annuale di Pm10 è pari a 35 microgrammi/mc, ossia una volta e mezza rispetto a quella suggerita dall’OMS (pari a 20 microgrammi per metro cubo). All’altra estremità dell’Europa si trova la Polonia: la città di Wroclaw, ad esempio, è al contempo una fra le cento città annoverate dal Mercer Quality of Living Survey, e prima in classifica fra città con l’aria più inquinata nel mondo. Spostandosi verso la capitale Varsavia, o l’apprezzatissima Cracovia, la situazione non migliora di molto: anche qui, le rilevazioni dei livelli di particolato superano di tre volte quelli raccomandati.
Nel rapporto di Legambiente si legge che nel mondo sono circa 2 milioni le morti premature causate ogni anno dall’inquinamento dell’aria; tuttavia, secondo l’OMS, se l’umanità riducesse drasticamente i livelli di particolato, allineandosi con le massime raccomandate, queste morti calerebbero del 15%. Per raggiungere tali obiettivi, le soluzioni proposte guardano solitamente alla regolamentazione del traffico stradale nelle aree urbane, o all’efficientamento dei sistemi di riscaldamento, mentre nelle zone rurali (come in bassa Pianura Padana) le elevate concentrazioni di particolato sospeso sono dovute soprattutto al settore dell’allevamento.
In una lotta che ricorda quella di Davide contro Golia, anche l’arte tenta il suo colpo, tanto sul fronte della sensibilizzazione quanto portando avanti soluzioni concrete.
Walter Bonatti in mostra al Museo della Montagna di Torino
L’arte può dare un contributo per il miglioramento della qualità dell’aria?
Pare proprio di sì: in Polonia, il movimento ambientalista Polish Smog Alert da un anno promuove la campagna “See What You Breath” (Guarda quel che respiri), per rendere più consapevoli i cittadini riguardo agli effetti delle polveri sottili sulla salute umana: gigantesche installazioni a forma di polmone hanno preso posto nelle principali città polacche, simulando gli effetti dell’accumulo degli agenti inquinanti nell’organismo umano.
Lo speciale tessuto che li riveste permette al particolato di depositarsi, mentre un sensore posto a fianco rileva i livelli quotidiani delle polveri sottili. Inoltre, nella capitale Varsavia, uno degli edifici nei pressi della metropolitana Politechnika è stato ricoperto da un murale raffigurante dei giganteschi fiori sorridenti, aggrovigliati a torri di grattacielo.
Murales “antismog” a Torino: un connubio fra arte e sostenibilità
Quello realizzato a Varsavia (con la sponsorizzazione di Converse , che ha lanciato l’hashtag #createtogetherfortomorrow) non è che uno dei numerosi murales “antismog”, realizzati con una speciale vernice a base polvere – Airlite, ideata dall’italiano Massimo Bernardoni – in grado di convertire gli inquinanti atmosferici in sostanze innocue, grazie all’azione del biossido di titanio. Pare che ogni metro quadro di murale “antismog” riesca ad assorbire la stessa quantità di inquinamento di un metro quadro di alberi ad alto fusto.
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Grazie a questa stessa tecnologia, anche Torino a luglio 2021 potrà ospitare il suo murale “antismog”. Espressione del connubio fra arte e sostenibilità, i diciassette (più uno) murales facenti parte del progetto “TOward 2030. What are you doing?” verranno affiancati dall’opera di un team di artisti selezionati tramite il bando promosso dalle associazioni MURARTE-Monkey’s Evolution e DepurArte, in partenariato con la Rete delle Case del Quartiere. La call per creativ* e artist* si è chiusa a metà marzo, e da qui fino a luglio i partecipanti selezionati si dedicheranno a un’intensa formazione sia teorica che pratica (dal wall-design alle strategie comunicative) in preparazione alla realizzazione finale: il progetto di un’opera su parete verticale, un murale antismog, e una ventata d’ossigeno per l’aria inquinata di Torino.