16 Ottobre 2024 8:32
Phoenices - Francesca e Claudia Rap Torino - TheGiornale

Una passione comune e due menti affini, le parole si trasformano in musica.

Un duo tutto al femminile si fa strada tra gli angoli di Torino e quando la città dorme la loro penna scivola sulla carta come un’aquilone che si prende il cielo. Controvento, contromano, incontrollabili. Perchè fare rap è sovvertire gli schemi ma essere donna è prendere a parole un mondo che non riusciamo a capire.

Phoenices è Femmina. Loro sono femmine. Ma la musica è di tutti quando il fine è semplicemente somigliare a sé stessi.

Intervista al duo femminile, Phoenices:

Come vi siete conosciute?
Francesca – Siamo un duo musicale femminile nato con l’intento di dar vita ai nostri testi attraverso il rap. La nostra amicizia è nata da un caso fortuito: ci siamo incontrate per la prima volta su un campo da basket, prima passione in comune. C’è stata subito intesa e abbiamo iniziato a conoscerci al di fuori dell’ambito sportivo. Una sera, tra una birra e due chiacchiere, ci siamo ritrovate di fronte a una seconda passione in comune: la scrittura.

Claudia – Da lì abbiamo cominciato a interessarci l’una ai testi dell’altra. Durante la lettura di questi ultimi, la sensazione di entrambe è stata quella di vedere rispecchiate nelle nostre parole le stesse emozioni, come se ci trovassimo esattamente nella stessa fase di vita. Così abbiamo deciso di collaborare scegliendo il rap come genere più affine alla nostra forma di scrittura.

Perché la scelta del nome Phoenices?
Francesca – Phoenices è un chiaro riferimento all’animale mitologico. Diciamo che la fenice è un po’ la metafora delle nostre esperienze di vita: così come essa rinasce dalle proprie ceneri, noi trasformiamo ogni sconfitta in un punto di forza per ripartire e poter appunto ‘’rinascere’’.

Avete esordito con un brano che rompe gli schemi di una società conformista. Cosa significa e cosa si cela dietro“Espressione libera”?

Francesca – Diciamo che il nostro primo brano è nato con l’intento di condividere un messaggio con tutti coloro che credono nel grande potere dell’arte. Il concetto di espressione libera è inteso come la trasformazione dei propri stati d’animo in una vera e propria opera d’arte. Insomma, come processo di catarsi nel senso etimologico del termine: katharsis, dal greco purificazione.

Claudia – Per quanto riguarda l’analisi del testo e la ricerca di un significato oggettivo, credo sia limitante. Quando scrivo mi piace pensare che nelle mie parole qualcuno possa trovarci un pezzo di sé. Cerco di non scendere troppo a fondo per non togliere la possibilità a qualcuno di vederci dentro qualcosa che io non ho immaginato scrivendo.

Quindi sopra il foglio è un po’ come se prendesse forma il tuo mondo quando scrivi di un “ pensiero espresso che prende vita / dalle dita / quando la matita / è il mezzo’’?

Claudia – Ho sempre molti pensieri in testa, come tante linee della metro collegate tra loro. Quando decido di prendere una di queste linee, per far si che il mio pensiero prenda forma e inizi ad esistere, ho bisogno di fare tutte le fermate. La matita è la mia metro. E’ il mezzo che mi permette di raggiungere tutti i punti del mio pensiero affinché diventi, appunto, un pensiero espresso.

Nel secondo brano invece si parla d’amore, quintessenza della vita…

Francesca – “Sfaccettature d’amore” parla di un sentimento dalle mille sfaccettature. Non volevamo soffermarci su una visione unidirezionale dell’amore, né guardarlo da un’unica prospettiva. Nel testo ci sono tracce di dolcezza, di speranza, di nostalgia ma anche tracce di amarezza e tormento.


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Claudia – Nella scelta del tema abbiamo cercato qualcosa che potesse raccontare un’esperienza comune sotto alcuni aspetti. Abbiamo scritto per giorni, dopodichè siamo andate alla ricerca del beat adatto: lo abbiamo trovato ascoltando alcune produzioni musicali di Armo, beatmaker e nostro amico.

L’ultimo brano invece è auto prodotto, giusto?

Claudia – Esattamente. Abbiamo lavorato alla stesura di “a cuore scoperto” anche per quanto riguarda la produzione musicale. Tutto è nato dall’obbiettivo di partecipare al TMF, un concorso per musicisti, nel quale volevamo presentare un tema che potesse essere accolto e condiviso emotivamente da ogni ascoltatore. L’armonia musicale è stata composta prima alla chitarra acustica e successivamente riprodotta da noi in digitale su Ableton.

A livello testuale, “a cuore scoperto” tratta il tema della sensibilità in relazione alla società di cui facciamo parte oggi. Cosa intercorre tra le righe di “una società che educa, diseducandoci a non sporcare di etichette la vita degli altri, a credere in un uomo vestito di pace e non di armi’’?

Francesca – Mi appello ad una società che invece di insegnarci ad eliminare pregiudizi li alimenta come benzina gettata sul fuoco. Ci educa a congelare il pensiero, la riflessione, l’umiltà e l’altruismo. E’ una società che etichetta gratuitamente come diverso (e dunque “sbagliato”) chi va controcorrente, emargina tutti coloro che diventano vittime di un pensiero non condiviso. Nel testo parlo di una società che non ha ancora imparato a porgere aiuto, ad immedesimarsi nella sofferenza di chi è vittima di soprusi, ma che sotterra dignità e diritti altrui.

Phoenices, qualche anticipazione su progetti futuri e collaborazioni?

Francesca – Abbiamo già auto prodotto alcuni beat e scritto i rispettivi testi.Attualmente ci stiamo focalizzando sulle prove, ci piacerebbe portare in giro la nostra musica, partecipando a live, jam session e contest con un sguardo verso un futuro musicale più proficuo.


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Claudia – Ci piacerebbero molto collaborazioni future: aspettiamo di incontrare artisti con cui ci sia affinità di pensiero, forma di scrittura e genere musicale. A breve registreremo il nostro quarto brano, anch’esso auto prodotto, ma con un beat diverso rispetto ai precedenti, per spingerci un po’ oltre.

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