Per molti trovare i funghi è una passione che regala enormi soddisfazioni sia durante la ricerca che, in seguito, nel prepararli.
Questo passatempo, che per molti è un vero è proprio lavoro, non è da sottovalutare. Trovare i funghi significa svegliarsi prima dell’alba armati di tanta buona volontà. Parlando con gli appassionati di funghi, emerge un fattore sentimentale per cui la “levataccia” in realtà non pesa a quelli che appunto non vede l’ora di raggiungere il bosco.
Dove andare a funghi?
Tesserino alla mano, il fungarolo sa perfettamente quando e soprattutto dove andare a raccogliere i funghi. Le zone conosciute a tutti non sono la reale meta di chi parte consapevolmente e non a livello amatoriale. Per trovare il buono del bosco, infatti, il cercatore di funghi esperto va quasi a colpo sicuro in quelli che nel tempo sono diventati “i suoi posti”.
Per trovare i funghi, dopo la sveglia verso le cinque del mattino, spesso si prende la macchina e si macinano non pochi chilometri per entrare nel bosco al sorgere del sole. A quel punto una sorta di mappa mentale si apre al fungaiolo che, cestino e bastone alla mano, abbandona i sentieri e si addentra tra gli alberi, quasi a colpo sicuro.
Hai già messo mi piace a TheGiornale?
Un altro fattore non indifferente per trovare i funghi è proprio il percorso: vie impervie e alture di ogni pendenza, mentre sotto le suole degli stivali si percepisce il sottobosco. I paesi di montagna sono le mete in cui è più facile reperire informazioni circa i luoghi migliori per trovare fungaie.
I fattori che influenzano la crescita dei funghi comunque sono molti: latitudine, longitudine, esposizione al sole, piovosità e altri. Una volta che ci si trova nel bosco è importare cogliere gli indizi che la natura fornisce. Notare la conformazione del suolo, l’accumulo di fogliame, la tipologia di alberi e l’ingresso di luce; questi sono piccoli accorgimenti che possono aiutare a trovare i funghi in montagna.
Come riconoscere i funghi
Che si tratti di fungaroli esperti o amatoriali, la regola principale è fare attenzione a quali funghi raccogliere. Non è scontato sottolineare che non tutti i funghi si possono mangiare e bisogna avere ben chiaro quali funghi sono commestibili e quali da evitare. Ogni fungo ha delle particolarità per cui risulta più facile selezionare quali mettere nel cestino.
Restando nelle zone di Piemonte e dintorni, ecco alcuni funghi sicuri da raccogliere e con cui fare un figurone a tavola.
-
I Funghi Porcini
I porcini si nascondono tra le foglie dei boschi di faggio, castagna, quercia o pino; il porcino cresce in simbiosi con le piante, quindi un ottimo consiglio è di guardare molto vicino ad esse. È consigliabile avvicinarsi alle zone dove l’acqua si deposita meglio perché proprio questa facilita la crescita del fungo.
Come riconoscere i funghi porcini? Partiamo dal presupposto che hanno un profumo inconfondibile che li differenzia da qualsiasi altro fungo. Per individuarli bisogna osservare la parte interna, che sia di un bel colore chiaro (che può essere bianco o tendente al giallo se già avanti nella maturazione) e liscio. Il gambo di questa specie è caratterizzato dalla presenza di un reticolo più o meno evidente, mentre la cappella del fungo rimane liscia. Questa potrà essere marrone più chiara o più scura a seconda del terreno dove il fungo è cresciuto.
Tipici delle nostre zone, ricordiamo i porcini testa nera che appunto sono riconoscibili per la cappella molto scura. Questo è il re del sottobosco, dotato di profumo e gusto squisiti.
-
I Gallinacci
Trovare i funghi Finferli, altresì detti Gallinacci, è molto facile nelle nostre zone. Si tratta di una tipologia di fungo tra le più conosciute e apprezzate. Se questi nomi non vi dicono nulla, non preoccupatevi, gli appassionati li chiamano in numerose maniere: gallinaccio, galluccio, finferlo, garitula, orecchina, gallitula, galletta, galletto, gialletto, giallarella, gaddiniedde.
Ciò che subito salta all’occhio è il colore acceso del fungo, quasi arancione. Esso cresce soprattutto in mezzo ai boschi di latifoglie e aghifoglie, per raggrupparsi in numerosi esemplari. Questi funghi si possono trovare a circoli o gruppi spiccando prevalentemente in un terreno muschioso.
Amanti della buona cucina? Il Maslè porta il sushi di carne in tavola.
La forma frastagliata del fungo, poteremmo dire composta da lamelle, è associata al cappello liscio, prima convesso e poi piano ed avvallato. Un fungo piccolo e molto irregolare che difficilmente può essere confuso con uno non commestibile.
-
Gli Ovuli
Trovare questi funghi è una bella rarità. Quando si parla di Ovuli, si intende l’Amanita caesarea, volgarmente conosciuta come ovolo buono. È uno dei più apprezzati e ricercati funghi commestibili, da molti consumato anche crudo con insalata. Al contrario di molte specie fungine del territorio che necessitano di umidità elevata, questa specie predilige un clima secco.
Gli esperti fungaroli raccontano di come gli ovuli segnino la fine della “buttata”. Ciò significa che trovare i funghi a forma di uovo è un segno che il terreno è ormai secco e difficilmente si scoveranno tanti funghi porcini. La sua prelibatezza però è indiscussa, tant’è che gli antichi Romani li definirono “il Cibo degli Dei“.
Da notare con molta attenzione il momento giusto per raccogliere l’Amanita Cesarea. Non bisogna farsi prendere dall’emozione, questo tipo di fungo si può cogliere solo nel momento in cui è schiuso. Se non si intravede la parte arancione dell’interno infatti c’è l’enorme rischio che le spore non si siano disperse nell’ambiente. Oltretutto trovare i funghi in questo stadio iniziale rende più facile la confusione con specie velenoso e mortali.
Tanti funghi, poco tempo
Le specie di funghi in Piemonte e dintorni sono davvero numerose. Ognuno, a seconda del territorio, li chiama con nomi differenti da quelli tecnici. Pensiamo che nei nostri boschi esistono funghi come le crave, le garìtole, i chiodini, le famiòle e molti altri. Questi sono alcuni dei nomi dialettali dei funghi che si possono sentire nelle nostre zone.
Questa prima classifica ci aiuta a trovare i funghi più conosciuti e facili da individuare in modo da riuscire a distinguerli da quelli velenosi.
Funghi da evitare?
I funghi non commestibili sono tanti e molto spesso sembra difficile riuscire a riconoscerli. Esistono alcuni indizi per escludere dal raccolto alcuni esemplari e non confondersi. Nomi di funghi velenosi assolutamente da ricordare?
Primo fra tutti il “fungo di Biancaneve” che tecnicamente si chiama Amanita Muscaria, ma ha conquistato anche l’appellativo di Ovulo Malefico. Un altro fungo velenoso da evitare è l’Amanita Phalloides, responsabile del maggior numero di decessi. Chiamato anche Angelo della Morte, questo fungo di colore chiaro cresce sotto le querce ed i castagni nei boschi frondosi. Una quantità di 50 grammi può essere fatale per l’uomo.
Questi sono pochi nomi, certo, ma che fanno già la differenza quando si cerca di trovare i funghi nel bosco. Indicata forse potrebbe essere una classifica specifica per individuare tutti i maggiori funghi velenosi presenti in Piemonte e dintorni. Per il momento, limitiamoci a studiare le immagini dei funghi commestibili sopracitati, sperando in un lauto bottino da poter cucinare e impiattare.
Parliamo di cucina? Poormanger: oltre la buccia c’è il valore del gusto.