Incompletezza
Ti è mai capitato di sentire appiccicata a te quella sensazione di incompletezza? Quella che ti resta attaccata alla dita come il formaggio delle Fonzie. Parlo di quel senso di pesantezza che ti rende costantemente infelice.
In sé, l’essere umano è incompleto. Questo è un dato di fatto che la filosofia metropolitana ha coniato; siamo mele divise a metà, destinate a trovare la parte che combacia con noi.
Una disperata ricerca che ci costringe a cercare in ogni angolo dell’universo qualcosa che ci faccia sentire in pace, completi ed in fine felici. Perché una vita passata da soli è sintomo di un’esistenza incompiuta, incompresa.
Cerchiamo comprensione, restando troppe volte poco propensi a capire. Causiamo problemi cercando le nostre soluzioni, seminiamo il panico nei cuori altrui sperando che qualcuno doni tranquillità al nostro.
Siamo semplici contraddizioni che passano la vita a contraddistinguersi. Un degenero di sentimenti che fanno a pugni tra di loro, un casino bellissimo da trovare in fondo a due occhi sconosciuti.
E ci scambiamo questo senso di incompletezza. Giochiamo ad unirci, come mattoncini di Lego che s’incastrano e fanno poi fatica a staccarsi.
Il nostro essere incompleti, questo sentore figlio di un bacio che per una volta ci era sembrato quello giusto. Il sapore di una pelle sudata che avremmo sostituito per sempre con l’odore che ci appartiene. Ci sentiamo incompleti finché non cediamo spazio all’amore, finché non diamo modo a qualcuno di essere la metà che combacia con noi.
Perché il vero segreto dell’amore è dato da un sorriso che non s’incastra alla perfezione ma che riesce comunque a sembrare perfetto.
Così un bacio diventerà una poesia da imparare a memoria. Una carezza asciugherà un pianto. Un abbraccio sarà più potente di due stelle unite da uno schianto.
Per sempre, completamente incompleti. Così.
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