Tredici sta finalmente per tornare su Netflix.
«Ciao sono Hannah, Hannah Baker. Esatto, non smanettate su qualsiasi cosa stiate usando. Sono io, in diretta e stereo. Nessuna replica, nessun bis e questa volta assolutamente nessuna richiesta. Mangia qualcosa e mettiti comodo, perché sto per raccontarti la storia della mia vita. Anzi, più esattamente il motivo per cui è finita. E se tu hai queste cassette, è perché sei una delle ragioni».
La prima stagione di Tredici iniziava con le parole sopracitate, ripetute da quella che sarebbe poi diventata la voce narrante degli eventi di ogni puntata. Hannah, protagonista suicida, accostandosi attraverso le cassette all’orecchio di tredici persone in qualche modo responsabili della sua estrema decisione di togliersi la vita, diventa così la guida degli spettatori alla scoperta dei fatti.
Giorno dopo giorno Clay Jensen, il ragazzo che insieme al pubblico entra in contatto con la voce incisa su nastro della compagna di classe, assiste ai momenti traumatici che Hannah Baker ha subito fino a non farcela più. Noi con lui riviviamo in una crescente scala di valori, dal più piccolo al più tragico episodio che colpisce lei e non solo, restando con il fiato a tratti sospeso.
Tredici e il conto alla rovescia verso il suicidio
Thirteen reasons why è però prima di tutto un romanzo. L’opera da cui è tratta la serie tv Netflix è stata scritta nel 2007 da Jay Asher, autore statunitense specializzato nella stesura di libri per adolescenti. Per quanto la serie televisiva Tredici sia rimasta molto fedele allo scritto, quello che più di ogni altro elemento rimane il filo conduttore della vicenda è la costante sensazione di conto alla rovescia verso l’annunciata tragedia conclusiva.
Hah già messo mi piace a TheGiornale?
Puntata dopo puntata, un flashback dopo l’altro, siamo consci dell’imminente gesto estremo e del fatto che la ragazza si senta senza via di uscita. Proprio questa decisione di esplicitare il suicidio come unica via di fuga dal dolore della vita, è stata fonte di discussione e preoccupazione. Molti infatti hanno espresso il dubbio che Tredici avrebbe potuto influenzare negativamente le nuove generazioni.
Non è un segreto che ormai, nel 2018, l’accessibilità a qualunque tipologia di visione sia facilitata. A destare timore negli adulti a conoscenza dei risvolti del racconto, era appunto il fatto che i ragazzi guardassero Tredici in streaming da soli. Le polemiche, come nella maggior parte dei casi, sono così nate dalla paura. La paura che i più giovani potessero mal interpretare, o peggio lasciarsi suggestionare al punto da seguire la strada della protagonista di Tredici come risposta ai possibili atti di bullismo.
Hannah Baker vittima perfetta per una serie tv sul bullismo
Tredici affronta appunto uno dei temi che sempre più spesso entra nelle case di tutto il mondo: il bullismo. Che si tratti di quelli che i prepotenti li fanno di persona, o di cyberbullismo, la definizione non cambia. Si tratta di atti prevaricanti o molesti, compiuti tramite svariati strumenti, con la caratteristica di essere ripetuti e sistematici. Queste forme di comportamento sociale intenzionalmente violento possono essere sia fisici che psicologici e durante la prima stagione di Tredici, Hannah Baker prende le vesti della vittima perfetta.
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Una distesa di ricci scuri, lo sguardo intenso da cui traspare però grande timidezza; una giovane donna alla ricerca di amicizia e amore come ogni altro coetaneo di qualunque sesso o razza…Hannah incarna lo strumento che metterà in faccia al pubblico la verità sui rischi degli anni del liceo. Lei da sola si troverà a vivere frustrazioni, situazioni spiacevoli e violenze incancellabili fino a decidere di uccidersi.
E qui casca l’asino: la morte non è mai la soluzione
Per sensibilizzare gli adolescenti su questo particolare tema i docenti di numerose scuole hanno optato per la proiezione della serie tv Tredici in aula. Durante specifici orari rivolti a lezioni a sfondo sociale, gli insegnanti hanno guidato i ragazzi alla comprensione della vicenda, tutelandoli. Ciò che, assimilato in solitudine, poteva danneggiare la visione d’insieme su come affrontare i problemi, spiegato dalla voce di un professore può sicuramente comportare un altro impatto.
Il messaggio fondamentale che si desidera sottolineare, non allontana i problemi né promette soluzioni che impediscano il presentarsi di situazioni di pericolo. Alla base di questo si deve rimarcare che nel quotidiano non si è veramente soli. Per quando gli episodi della prima stagione di Tredici dimostrino il contrario: l’indifferenza del corpo studentesco, le false amicizie o la non consapevolezza dei genitori; la realtà è che non bisogna perdere le speranze, ma anzi parlare. Non rinchiudersi nelle preoccupazione ma trovare il coraggio di confidare il più possibile gli stati che si attraversano.
Seconda stagione di Tredici? Pronti, via!
Il countdown si sta comunque per concludere. Tredici 2 il 18 maggio tornerà su Netflix. Da cosa si evince guardando il trailer ufficiale della seconda stagione, per Clay Jensen e i compagni di scuola i guai sono solo all’inizio. Molti ovviamente restano gli interrogativi riguardo l’evoluzione della trama: di Hannah Baker non vedremo altro che uno sbiadito ricordo ai margini; oppure la ragazza rimarrà un cardine della storia?
Per mesi i fan della serie tv Tredici hanno aspettato pieni di domande; la prima risposta arriva dal teaser da cui si evince che, superate le musicassette, il nodo centrale diventano le polaroid. Ed ecco la grande sfida dei produttori: riprendere la vicenda spostando il baricentro verso l’insabbiamento dell’accaduto.
Siamo davvero agli sgoccioli
Giovedì 18 maggio ogni incertezza potrà essere risolta grazie a Thirteen reasons why season 2. Per la seconda volta, quindi, restiamo in ascolto e buona visione.
https://www.youtube.com/watch?v=gJaRR36WNhU
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