Mercoledi 14 marzo 2018, ci ha lasciato Stephen Hawking, l’uomo, la cui mente volava più in alto di chiunque altro, mentre il suo corpo restava inchiodato ad una sedia a rotelle. Si è spento a 76 anni quello che è stato uno de più celebri astrofisici della storia, rinomato per le sue teorie ed erede della cattedra di Newton nell’università di Cambridge. Ha esplorato l’universo, nonostante fosse in grado di muovere solo gli occhi.
Chi era Stephen Hawking?
Stephen Hawking è stato un gigante della fisica. Nel 1985 Hawking a causa di una tracheotomia fu limitato anche nel parlare, per comunicare utilizzava un sintetizzatore vocale. Una vita non facile la sua. Nel 1963, a 21 anni gli venne diagnosticata l’atrofia muscolare progressiva (AMP), considerata spesso una variante della SLA. Gli diedero pochi anni di vita, ma a dispetto delle aspettative Stephen Hawking ha vissuto ben 55 anni in più. Hawking dopo aver conseguito la laurea con lode in scienze naturali all’ Università di Oxford, nel 1963 inseguì la sua passione: studiare cosmologia a Cambridge, dove nel 1979 ottenne la cattedra insegnando per trent’anni fino al 2009. A 32 anni Stephen Hawking divenne membro della Royal Society, l’istituzione scientifica più prestigiosa della Gran Bretagna. Fino al suo ultimo giorno Stephen Hawking è stato il direttore del Dipartimento di Matematica Applicata e Fisica Teorica di Cambridge. Nel 2009 ha ricevuto dal presidente Barack Obama la Medaglia presidenziale della libertà, la più alta onorificenza degli Stati Uniti d’America. In questa lunga vita da matematico e astrofisico curioso, è riuscito a stupire tutto il mondo, lasciando il segno con le sue scoperte sull’universo.
Le teorie di Stephen Hawking
Tra i suoi lavori più importanti, annovera la teoria cosmologica sull’inizio senza confine dell’Universo e la termodinamica dei buchi neri, la cosiddetta Radiazione di Hawking (radiazione termica emessa dai buchi neri a causa degli effetti quantistici).
L’equazione di Hawking, scoperta nel 1974, afferma che i buchi neri non siano del tutto neri e che possano emettere una debole radiazione elettromagnetica. Stephen Hawking dimostra, con il calcolo, che i buchi neri possono affievolirsi, rilasciare radiazioni, particelle ed esplodere fino a scomparire nel tempo. In altre parole, questi giganti non sono dei distruttori infiniti ma anche dei creatori. Lo studio sul cosmo non si è mai fermato. Negli anni l’astrofisico ha rivisto più volte le sue scoperte senza mai smettere di esplorare le estremità dell’universo.
Stephen Hawking ha dedicato la sua vita a scoprire i segreti del cosmo e a divulgare l’astrofisica. Considerato l’erede di Einstein ha cercato di spiegare le teorie nel libro Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo, pubblicato nel 1988. Una divulgazione scientifica in cui spiega i più grandi principi della cosmologia. Ne venderà (ad oggi) oltre 10 milioni di copie, rendendolo estremamente popolare.
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La teoria del tutto
La teoria del tutto è una ipotetica teoria fisica che sarebbe in grado di spiegare e di unire in un unico quadro tutti i fenomeni fisici conosciuti. Il fisico Stephen Hawking delinea la storia dell’Universo dal Big Bang ai buchi neri. Per farlo, presenta le principali teorie cosmologiche da Aristotele fino ad Einstein, passando da Tolomeo, Copernico, Galileo e Newton; quindi espone le conoscenze attuali sulle leggi fisiche alle quali obbedisce il nostro Universo. Hawking avanza alcune ipotesi in direzione della Teoria del tutto capace di unificare la meccanica quantistica, la gravità e le altre interazioni della fisica.
Con la Teoria del tutto si potrebbe capire, sulla base di ciò che sappiamo, il passato e il futuro di tutto ciò che ci circonda ai livelli più alti e infiniti semplicemente attraverso la risoluzione di equazioni. Solo una Teoria del tutto ci consentirebbe di rispondere alla vera questione ultima: perché esiste l’Universo?
Remo Ruffini, direttore del Centro Internazionale per la Rete di Astrofisica Relativistica (IcraNet) e presidente del Centro Internazionale di Astrofisica Relativistica (Icra), ha dichiarato che Hawking avrebbe voluto la sua equazione incisa sulla sua tomba. La formula dei buchi neri di Hawking esprime una sorta di vagito di quei giganti cosmici, da lui tanto esaminati. La vita di Stephen Hawking e la sua inimmaginabile carriera hanno ispirato il film La Teoria del tutto, diretto da James Marsh e interpretato da Eddie Redmayne nei panni del giovane Hawking, adattamento cinematografico della biografia scritta dall’ex moglie dell’astrofisico.
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Stephen Hawking, sposato due volte e padre di tre figli, ha girato il mondo nonostante la sua malattia, spingendosi fino all’Antartide. Un grande uomo che insieme al suo coraggio, al suo essere brillante e al suo umorismo vuole essere ricordato come l’essere umano che ha spinto la sua vita al limite.