Nella magnifica cornice della Reggia di Venaria Peter Lindbergh, con ”A Different Vision on Fashion Photography”, ha trovato spazio. Una mostra monografica sul fotografo tedesco che cambiò completamente la foto fashion e che inventò il mito delle Super modelle.
Peter Lindbergh e le donne
Un mito, quello delle Top Model, nato nell’estate 1989, a New York. Lindbergh qui fece delle foto fashion alle giovanissime Linda Evangelista, Naomi Campbell, Cindy Crawford, e altre grandi della moda per la copertina di Vogue UK.
Definito come: “Colui che, attraverso le sue immagini, riesce a scrutare l’anima più vera del soggetto”. Il fotografo ha dichiarato che: “La missione dei fotografi di oggi dovrebbe essere quella di liberare le donne, e tutti gli esseri umani, dal terrore della giovinezza e della perfezione”, convinto che non siano i canoni estetici a rendere interessante una persona.
Fotografie e non solo
Non ci sono soltanto le foto fashion iconiche di quattro decenni di lavoro, ma anche materiale esclusivo: appunti personali, storyboard, elementi di allestimenti scenografici, polaroid, provini, spezzoni di film, gigantografie. La mostra parte con le foto fashion delle bellissime modelle Anni 90, all’epoca ancora sconosciute. Ogni sezione è arricchita da interviste video e c’è pure una video-installazione interattiva.
La rassegna, ideata dal Kunsthal di Rotterdam, è curata da Thierry Maxime Loriot ed è organizzata dal Consorzio delle Residenze Sabaude.
La celebrazione della bellezza
Perché quella che Lindbergh ha fatto nei suoi 40 anni di incessante lavoro non è stata una brillante carriera impostata su copertine patinate e modelle senza tempo. Ha reso sì le donne bellissime ma rivendicando la loro naturalezza.
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Peter ha abbandonato il ritocco “ad ogni costo” preferendo la carica sensuale della verità. Donne imperfette, mature, forti perché reali. La bellezza dell’esposizione è data dal fatto che la mostra si presenta come una vera e propria apologia della bellezza.
Se allora la moda promuove un sogno, più che un prodotto, la foto fashion così come concepita da Peter Lindbergh ne ha espresso la massima utopia: essere una donna da sogno, senza necessariamente avere indosso chissà quale outfit.
Dietro le quinte
Il confine tra autentico e artefatto è ben giocato. Infatti gli allestimenti che lo spettatore attraversa riescono a informarlo di quanto succede nel backstage come nella camera oscura o nelll’archivio dello studio fotografico pur essendo palesi ricostruzioni.
L’estetica del ”what if” è alla base di queste foto fashion, strutturata da Lindbergh attorno a elementi di realtà. Un meccanismo che avvicina il fotografo al cinema e ancor più alla danza, la cui ambizione è in fondo quella di portare il corpo, elemento che più reale non si può, a nuovi traguardi.
Una mostra per tutti
Anche i non appassionati di moda si sono di certo imbattuti in almeno uno dei suoi scatti in bianco e nero, e questo il motivo per cui questa mostra non interesserà solo i modaioli: attraverso i suoi scatti, Lindbergh ha saputo raccontare le donne, tutte non solo le più famose.
Lo dimostra la sua scelta artistica per il calendario Pirelli 2017: il fotografo è stato chiamato a realizzare il prestigioso calendario e ha scelto di immortalare non giovani modelle, ma un gruppo di attrici e una professoressa di scienze politiche, di età compresa fra i 27 e i 71 anni e soprattutto ha ritratto tutte le donne vestite.
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