Ho scritto una poesia
Tempo fa ho scritto una poesia, ma ero distratto. Una di quelle che poi non hai il coraggio di far leggere a nessuno. Parlava d’amore, almeno credo. Non ne sarei sicuro perché al tempo l’amore ancora non lo conoscevo, ancora non s’era presentato.
Lo sudavo tra le paure, se me lo trovato dentro, l’amore s’intende, cercavo di tenerlo nascosto. Certe volte abbiamo timore d’esprimere i sentimenti. Non sappiamo dare loro un nome ed allora scegliamo di lasciarli tacere, li mandiamo in esilio nei meandri del nostro essere. Facciamo la guerra con ciò che proviamo e li mutiamo in problemi da risolvere anziché viverli appieno, come andrebbe fatto.
Ho scritto una poesia, ti dicevo. Tendenzialmente non le rileggo mai, solo se mi dicono che sono belle. Ammetto che anche in quel caso è difficile che le rilegga, mi fanno paura le cose che scrivo. Sono uno sfogo, un graffio all’anima. Le tiro fuori, le do in preda a chi legge sperando che gli altri possano darmi una spiegazione che io non so trovare. M’accontento e già lo so, sbaglio.
Le poesie sono fatte per essere imparate a memoria, così ho scritto in uno dei miei libri. Sono fatte di rime, che si baciano e si scambiano. Composte da versi e non sempre si possono capire per intero. Tendenzialmente non si capiscono mai per davvero, le interpretiamo a nostro piacere. Ci diamo il senso che riteniamo giusto.
Ti ho scritto una poesia, che poi in realtà sei tu che l’hai scritta a me. L’hai fatto baciandomi. Spostando le tue dita tra le mie, come una penna che non sa stare ferma. Con il cuore che impazza su di un foglio mentre disegna un aquilone e sa già che cieli andare a volare.
Tu, hai scritto una poesia. La mia!
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