Piangere
Forse è uno dei momenti di maggiore fragilità che viviamo, anzi, quasi sicuramente sono questi i frammenti d’esistenza in cui siamo più vulnerabili. Solo che non ci rendiamo conto di quanto riusciamo ad essere belli, immersi tra le mani di chi ci ama, custoditi e colpiti dal nostro piangere.
Con il tempo ci dimentichiamo anche come si fa, o almeno a me è capitato. Ti dirò, ho anche pensato che significasse che ero diventato grande, questo perché di adulti che piangono se ne vedono sempre pochi. Ce li mettono ogni tanto nei film e quasi ci stupiamo nel guardarli, forse arriviamo addirittura ad invidiarli perché pensiamo d’esserci dimenticati come si fa.
Ti dicevo, io mi ero dimenticato come si facesse, penso di non aver pianto per anni. Finché un giorno, è successo. Ero in metro, nell’ora di punta e dunque ero circondato dalle persone. La musica a palla nelle orecchie però mi impediva di sentire il loro rumore, di percepirli, e aggiurerei anche che in quel momento non riuscivo ad annusare il loro sapore, avevo il naso pieno di lacrime. Il volto era vestito di sale, bruciava sul mio viso che al tempo era ancora sbarbato.
Ricordo che una ragazza mi porse un fazzoletto accompagnandolo con un sorriso. Ed io, in quella solitudine, perché si, stavo piangendo perché in quell’istante avevo capito che ero solo, nel suo sorriso mi sono ritrovato meno solo, quasi compreso. Ho pensato che avrei fatto lo stesso.
Così da quel giorno mi capita più di sovente di scoppiare a piangere, ho anche imparato a non vergognarmene. Se mi va di piangere, piango. Grazie a quella ragazza ho imparato anche ad andare in giro sempre con in tasca un fazzoletto ed un sorriso, pronti per essere offerti al prossimo solo come me.
Perché in fondo, tutti si piange ma in pochi sanno essere capaci di donarci un sorriso e farci sentire meno soli.
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