Punto a capo
Si ricomincia, poi. Lo si fa per sé stessi, lo si fa perché non abbiamo altra sorte che cadere e rialzarci più forti di prima. Siamo strofe che faticano a chiudersi, siamo versi, siamo rima. Siamo, punto a capo.
Se c’è una cosa che ci accomuna tutti, a noi essere umani, è la capacità e la propensione nel procurarsi dolore.
Non vi è cuore in questo mondo che non sia stato calpestato, non vi è animo che non abbia patito, siamo tutti noi appartenenti al movimento del disagio, se si parla d’amore è quello il nostro partito.
E tanti di noi poi non ce la fanno, non riescono più a ricominciare, a ripartire. Come auto ingolfate, restano così.
Con il freno a mano tirato, con quel bisogno disperato, capaci di baciare senza aver mai più baciato.
Ne vedi tanti, gente che sbagliando poi non ha capito, che non gli è servito.
E ne vedi ancora di più, cuori che non sanno più riconoscere quale sia il loro battito preferito.
Sarebbe stupido dirti che quando si mette un punto a capo, quando si sceglie di ricominciare tutto diventa più facile. Quella è un’emerita cazzata, quello lo vado a raccontare a chi non è mai davvero caduto.
Ma posso dirti che sarò lì, quando capirai che è arrivato il momento, quando potrò essere il continuo di quella strofa che il tuo cuore aspetta ormai da troppo tempo.
Sarò l’erba che sfida il cemento.
A costo d’aspettare una vita, a costo di dedicarti una poesia e poi altre cento.
E metteremo poi due punti, seguiti da tutti i sogni da rifare.
I sogni che ci hanno rubato ferendoci, noi li rivivremo rendendoli feroci. Rendendoci capaci d’andare a capo, cuore a cuore.
Perché la punteggiatura è importante.
Ma tu lo sarai di più… mio amore!