Poveri illusi
“Dammi una certezza che sostenga questo mondo e ti darò in cambio una carezza” – Rab
Perché questo mondo è abitato da poveri e illusi, poveri illusi.
Questo mondo fatto di cicatrici, fatto di gente che non sa più dove guardare se non oltre il proprio cellulare.
Questo universo fatto di specchi, di riflessi vuoti, di rumori sordi.
Quaggiù si è smesso, tanto tempo fa.
Hanno urlato ad alta voce che il mestiere da fare è uno solo, ricercare la felicità.
Così tutti si sono messi a cercarla, tutti hanno fatto a gara per vedere chi ne avesse di più e si sono dimenticati che il cielo è blu.
Che basta guardare le stelle per esprimere un desiderio.
Quindi si, ti lascio un mondo costretto alle sue illusioni, alle sue tremende frustrazioni, fatto di domande che non voglio ascoltare risposte.
Ti rilego a questa esistenza, questa noncuranza che ci abita, che cerca l’amore di notte su Google piuttosto che la mattina in un bar.
Ti scrivo una poesia, ma sappiamo entrambi che non potrà bastare.
E mi auguro che sarai meno ingenua di me, che tu possa desistere dal cadere in tentazione, che tu possa resistere ad ogni delusione che ti verrà proposta.
Però ti faccio un’offerta, quella opposta:
Ti andrebbe di macinare chilometri sapendo che poi potremmo arrivare?
Non chiedermi dove, i poveri non conoscono destinazione.
Non chiedermi perché, gli illusi sono tali perché hanno perso ogni ambizione.
E’ che sono un povero illuso anche io, ero convito bastasse un po’ d’amore ma qui per essere felici bisogna fingersi Dio.
Ed io, capace non sono.
Ed io, forse, sono come loro.
Per questo ti chiedo una carezza, perché tu possa salvarmi.
Per questo ti dedico queste parole, perché tu possa ascoltarmi.