Siamo strani
Combattiamo per apparire normali, per definirci sani, ma dovremmo essere sinceri, siamo strani.
C’è un ragazzino che tossisce nei bagni di una scuola, fuma la sua prima sigaretta per diventare grande.
C’è un marito che fa finta d’ascoltare la moglie, intanto guarda il culo ad una giovane ragazza che gli passa accanto.
C’è una mamma con i capelli fuori posto, bella lo stesso, in una mano stringe il cellulare, ci urla robe di lavoro dentro, nell’altra mano c’è un’altra mano, quella di un figlio biondo come il sole, con un gelato che si sta per sciogliere.
C’è una ragazza che cammina nel bosco, non ci sono cartelli, ma solo una strada da scegliere.
C’è una bambina che ha paura, è caduta dalla bici e giura che non ci salirà mai più, il suo ginocchio sanguina, il padre gli sferra un bacio per farla guarire, per farla sorridere.
C’è un ragazzo astemio, con una birra in mano, fredda. La riscalda, lo fa per non sembrare diverso dal resto del gruppo.
Ci sono troppe sigarette alle fermate dei bus, non sappiamo aspettare.
Abbiamo fretta di partire, di vedere, di scoprire, d’avere, d’arrivare.
Ci sono troppi sorrisi tenuti nascosti in giro, difatti se ne vedono pochi.
Ci sono tante fiamme, pochi fuochi.
C’è uno scatolone pieno di giochi, tenuto in cantina, la polvere gli fa compagnia.
C’è un marciapiede, un palo, una puttana.
C’è una risposta che si fa aspettare, un messaggio da non visualizzare, una foto da scattare.
Confusione, casino, un amore clandestino.
C’è tanta gente, poche persone.
La voglia di crederci e di gridare forte amore.
C’è tanta solitudine, un sorriso che cerca uno specchio.
C’è un bambino che ascolta un vecchio, che impara la vita.
C’è che siamo strani, sembriamo alieni, siamo esseri umani.